Se cercate un festival alternativo di cinema vi consigliamo il NOFEST

Venerdì 27 e sabato 28 maggio 2016, presso il Teatro Filarmonico di Piove di Sacco, si svolgerà il NOFEST 2016: Cosa fare con il fuoco, un evento cinematografico realizzato dal blog L’emergere del possibile in collaborazione con l’Associazione Nuova Scena e patrocinato dall’assessorato alla cultura del comune di Piove di Sacco. Nel corso di questa rassegna, che inizierà in entrambi i giorni a partire dalle 20:00h e che è ad ingresso gratuito, saranno proiettati, nel corso della prima serata, dei cortometraggi e un lungometraggio, tra cui “One document for hope” di Margaret Rorison e “N’entre pas sans violence dans la nuit” di Sylvain George, inerenti la guerra urbana, mentre nella seconda serata saranno proposti i lavori dei registi realmente e radicalmente indipendenti italiani, come ad esempio Fabio Scacchioli e Vincenzo Core, Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa, Enzo Cillo, Riccardo Vaia, Ignazio Fabio Mazzola e Mauro Santini; il titolo, “Cosa fare con il fuoco”, vuole infatti riflettere sulla condizione del fuoco, la cui unicità si flette in differenti utilizzazioni: il fuoco della molotov e il fuoco del primo proiettore a carbone che dà l’immagine, un fuoco che crea e un fuoco che distrugge – ma un solo ed unico fuoco. A seguire della prima serata, inoltre, vi sarà una discussione sul tema della guerra urbana e dell’immagine di essa (o malgrado essa) con il regista del lungometraggio allora presentato “Il Tubo delle cose 2”, e alla fine della proiezione dei corti della seconda serata vi sarà invece una tavola rotonda con i registi presenti.

Francesco Cazzin e Francesca Rusalen (L’emergere del possibile):
«Il cinema che vogliamo proporre è un cinema che, almeno in Italia, non trova gli spazi che merita, tant’è che diversi film qui presentati hanno avuto la prima all’estero e, spesso, devono ancora trovare un proprio spazio nel territorio nazionale, pur essendoci nei loro confronti un vivo interesse, specie da parte dei ragazzi più giovani. Ci è parso inoltre urgente organizzare un simile evento in una cittadina di piccole dimensioni, piuttosto che in un grande centro, e ciò da un lato a rimarcare la stringenza di tornare al piccolo e al quotidiano, al paese anziché alla città, alle piazze piuttosto che ai centri commerciali, ai piccoli cinema o teatri anziché ai multiplex, e dall’altro perché tale stringenza è di fatto coestensiva alla natura dei lavori qui presentati, i quali, per l’appunto, vengono fatti molto spesso in casa, accanto a obblighi e impegni lavorativi altri. La scelta dell’ingresso gratuito, inoltre, riflette l’idea per cui il cinema non debba essere pagato, in quanto il pagamento del biglietto fa del cinema un affare sociale; che storicamente il cinema abbia avuto inizio con “L’arrivée d’un train à La Ciotat” ci pare infatti implicare che il cinema abbia avuto un decorso sociale ed economico: come invenzione tecnica, il cinema non ha un inizio, e se quell’inizio è stato scelto è perché è stato allora che il cinema s’è fatto pagare ed è divenuto sociale. Viceversa, il cinema – per così dire – sperimentale si definisce appunto nell’estremo opposto, ovvero nella sua natura tecnica piuttosto che sociale, socialità che peraltro è stata più volte rifiutata da autori che si facevano alfieri della visione in solitaria, della visione a casa, com’è nel caso più noto di Stan Brakhage».

Si tratta,quindi, di un nofest, e questo dev’essere inteso in ambedue le accezioni. Da una parte, contro i festival, affari ormai mondani più che cinematografici, nonché, almeno in territorio nazionale, imbastarditi da logiche di potere che spesso e volentieri omogeneizzano le programmazioni (si pensi a quelli che furono i festival di Pesaro e Torino, rispettivamente con le direzioni di Aprà e Turigliatto, e a quelli che sono diventati oggi), dunque contro i festival, un nofest come evento (nell’accezione heideggeriana del termine); dall’altra parte, il nofest, come unica parola, è un’affermazione, e l’affermazione è appunto quella dell’immagine, immagine cinematografica che procede a fps, quindi per disgregazione creatrice: la distruzione è creazione e la creazione è distruzione. In altri termini, non si tratta, con questo nofest, di restituire il cinema alla realtà né, tantomeno, di restituire realtà al cinema, bensì di restituire la realtà al cinema, una realtà il cui proliferare d’immagini rozze, quali quelle della pubblicità, di YouTube e via dicendo, ha allontanato da se stessa, ovvero da quel lato di sé che essa non ha realizzato: insomma, dalla sua possibilità, dai possibili che l’infrangono in tutti i sensi e da tutte le direzioni, a velocità infinita, negando la stabilità che solo apparentemente la permeano e che, invece, è tale in quanto aperta a un campo metastabile che è, per definizione, cinematografico. Il cinema, dunque, come evento rivoluzionario: come parte non realizzata della realtà, possibilità di una realtà altra o, meglio ancora, altrimenti.

PROGRAMMA:

Venerdì 27 maggio ~2000h: Proiezione del primo cortometraggio scelto tra quelli del bando: Salvatore Insana, Notice of Storm (italia, 2016, 8′) ~2015h: Titoli di testa ~2100h: Proiezione dei seguenti film: • Sylvain George, N’entre pas sans violence dans la nuit (Francia, 2008, 21′) • Margaret Rorison, One document for hope (USA, 2015, 7′) • 無, Il Tubo delle cose 2 (Italia, 2016, 70′) ~2230h: Discussione sul tema della guerra urbana

Sabato 28 maggio ~2000h: Proiezione del secondo cortometraggio scelto tra quelli pervenuteci in merito al bando: Fabio Nosotti, Laudato Ingentia Rura (Italia, 2015, 8′) ~2010h: Ragguagli sulla serata ~2015h: Proiezione dei seguenti film: • Enzo Cillo, Light night (Italia, 2016, 11′) • Mauro Santini, Frammenti di vita trascorsa (Italia, 2014, 36′) • Morgan Menegazzo & Mariachiara Pernisa, Psicopompo (Italia, 2015, 33′) • Fabio Scacchioli & Vincenzo Core, Bang Utot (Italia, 2015, 27′) • Teresa Masini, Luma (Italia, 2015, 4′) • Ignazio Fabio Mazzola, da DO a DA (Italia, 2015, 7′) • Carlo Michele Schirinzi, Oligarchico (Italia, 2007, 14′) • Riccardo Vaia, Transito del tempo in una superficie ad accoppiamento di carica (Italia, 2013, 7′) • 無, Tamata (Italia, 2016, 6′) ~2230h: Tavola rotonda con i registi.

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