”Vi racconto l’Ucraina divisa e in lotta”, Petr Shelomovskiy da Odessa

Foto-giornalista internazionale, Petr Shelomovskiy si trova ora di base in Ucraina per documentare quello che sta accadendo dallo scoppio delle agitazioni civili che sono sfociate nei giorni nostri in una divisione tra filo-russi e filo-ucraini (che sostiene il nuovo governo di base a Kiev). Il 2 Maggio è stata una giornata tragica in particolare nella città di Odessa, dove lo scontro tra le due forze ha portato ad almeno 46 morti. Fotografo di fama internazionale (i suoi lavori sono stati pubblicati dal Guardian e dal Telegraph), Petr ha seguito anche le agitazioni civili in Turchia, Repubblica Ceca e Spagna. In poche risposte ci aggiorna su quello che sta vedendo lui sul campo, da un punto di vista privilegiato.

Ci piacerebbe farci un’idea sulla reale situazione lì da qualcuno che si trova sul campo. Immagino sia difficile stabilire quale delle due parti abbia ragione o torto in maniera assoluta, e qui le informazioni arrivano spesso in modo molto confuso, perciò ti chiederei di raccontarci la reale situazioni e i fatti, anche per far luce su cosa succede a Odessa.

Sì, è una domanda molto generale. Ma ovviamente tutti quanti sono scioccati da quello che è successo a Odessa il 2 Maggio (ndr – gli scontri tra filorussi e filoucraini hanno provocato almeno 46 morti). C’è un vero e proprio stato di lutto ufficiale in città, con nastri neri che decorano le bandiere, eccetera. Nessuno riesce ad essere d’accordo su quello che è effettivamente successo. E per esempio ognuno interpreta i fatti con diverse teorie riguardo quello che è successo. Il livello di odio reciproco è cresciuto drammaticamente.

Puoi descriverci cos’è realmente successo il 2 Maggio a Odessa e quali sono gli umori adesso.

Questo è quello che ho visto io: da entrambi i lati due grandi gruppi di radicali hanno avuto un violento scontro, che è sfociato nella morte di un gran numero di persone che supportavano i due lati del conflitto. In questo momento ognuno condanna esclusivamente l’altro lato, ed è pronto alla vendetta. Probabile che tra oggi e domani verrà rotta anche la tregua.

Pensi che i due gruppi estremi e radicali siano guidati da qualche infiltrazione? e cosa pensa la maggioranza della popolazione?

Molte delle persone con cui ho parlato sembrano supportare molto di più la Russia del nuovo governo di Kiev. Non so niente riguardo alla leadership (o ad infiltrazioni), ma entrambe le parti sono coordinate e supportate da gruppi inviati da tutte le zone dell’Ucraina.

Qui si parla anche dell’ipotesi di gruppi fascisti infiltrati nelle forze ucraine, pensi sia vero?

Non mi sento di credere a questa informazione. Prima di tutto perché è ufficialmente impedito dalla polizia. In secondo luogo, la parola ”fascista” è per la maggior parte delle volte abusata qui. Il significato originario differisce da quello che si vuole davvero intendere usando questa parola. Entrambe le parti chiamano i loro avversari ”fascisti”. E visto che rifiutano anche di parlarsi tra di loro, non riesco a capire come il conflitto potrebbe risolversi in maniera pacifica.

Ci puoi parlare della tua esperienza come fotoreporter, e se ti sei già trovato in una situazione così incandescente?

Per un foto-giornalista le cose possono diventare molto brutte qui. A volte le persone del posto sono molto aggressive. Specialmente nei confronti dei media occidentali, su cui c’è la credenza che stiano alimentando bugie e propaganda. Nella mia situazione il passaporto russo aiuta un sacco. A volte si inizia una vera e propria caccia alle streghe con la pubblicazione delle foto dei giornalisti che lavorano qui nel dibattito pubblico. Una volta sono stato trattenuto a Donetsk perché pensavano che fossi qualcun altro. È passata solo una settimana prima che iniziassero a cercarmi personalmente.

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