Perchè al posto di andare a votare alle primarie del Pd faremmo meglio ad organizzare un noioso torneo di biliardo

1. Pierluigi Bersani

Non è tanto il fatto che parli con la lentezza di una nonna impegnata a ricucire un paio di calzoni rotti, e neanche quell’aria imbambolata molto novecento; non è neanche per quel sigaro da duro dei balilla wannabe Clint-Eastwood, o perchè faccia parte del glorioso vecchio apparato di cose; non è neanche per gli slogan che campeggiano sui manifestini elettorali, roba come ”rimbocchiamoci le mani”, oppure richiami al senso della morale, fatti che ci fanno scendere l’entusiasmo (e le palle) al livello dell’epicentro dei terremoti; o perchè si metta ancora a parlare di Berlusconi e a noi ci pareva una questione superata, di quelle che vogliamo dimenticare; non è neanche perchè somigli alla parodia politica del suo imitatore; il vero punto dolente di Bersani è che è juventino.

2. Matteo Renzi

Del Matteo nazionale che grida slogan come ADESSO!, che ci fanno tornare alla mente L’AVANTI!, col punto esclamativo però, si è già detto tutto (pure qui). L’aspetto più evidente, al di là del ciuffo da broker americano fine anni Ottanta, è un certo paraculismo all’ultimo grido, che lascia pure affascinare le folle. Il fatto innegabile è tra i Fantastici 5 Matteo Renzi sia l’unico dotato di una caratteristica che dovrebbe quasi valere come pre-requisito politico, il carisma (qualità che con Bersani e co. era diventata quasi un retaggio culturale dell’epoca di Berlinguer). Renzi si sbatte veramente assai, come i venditori di pentole e materassi televisivi, chessò un Giorgio Mastrota che vi convince dell’assoluta necessità di rifarvi un set di pentole alla settimana.

3. Nichi Vendola

L’espressione che di Nichi Vendola non ci convincerà mai è quella che trovate nella foto di fianco: basti pensare che per votare alle primarie del Pd bisogna versare due euro (cioè un paio di caffè al bar) e avere la pazienza di fare pure un’iscrizione. Con quell’espressione lì è più probabile che andremo in giro a cercar farfalle da acchiappare col retino la domenica delle primarie. O a una messa a sabotare i cestini delle offerte. Poi il problema è il linguaggio: ma non ci siamo ancora stancati dell’elemento catto del comunismo? o dell’elemento comunista del cattonismo-licesimo? E questo ci porta ad affrontare il prossimo candidato.

4. Bruno Tabacci

C’è una sola ragione per cui saremo sempre grati a Tabacci di essersi candidato alle primarie del Pd: la pagina Marxisti per Tabacci.

5. Puppato

La Puppato è così non pervenuta che non se ne ricorda nè nome nè volto.

Exit mobile version