Quando il Premio Nobel Kazuo Ishiguro voleva essere un cantautore

Ho iniziato come cantautore e volevo essere Leonard Cohen“, così sul Guardian scriveva il neo Premio Nobel per la Letteratura Kazuo Ishiguro, scrittore giapponese naturalizzato inglese. Quando era un adolescente Ishiguro era attratto dalla musica, in particolare dai cantautori. “Con i miei amici trascorrevo nottate intere a parlare dei testi delle canzoni“, ricorda.

Ancora oggi Ishiguro suona la chitarra e il pianoforte e sente la sua scrittura profondamente influenzata dal cantautorato. “Per me alcune delle opere d’arte fondamentali del XX secolo sono state create dai cantautori“, ha dichiarato lo scrittore inglese. Così, quella che è stata la vecchia diatriba dello scorso anno, quando il Premio Nobel è andato a Bob Dylan, sembra evaporare nelle parole del Premio Nobel 2017. Il cantautorato come forma di scrittura, che può addirittura influenzare il romanzo.

Una delle cose importanti che ho imparato scrivendo testi di canzoni – e questo ha un’influenza enorme sulla mia scrittura – è che. con una canzone intima e in prima persona, il significato non deve essere auto-sufficiente. Deve essere obliquo, a volte devi leggere tra le righe“, così Ishiguro. E in una recente intervista a L’Espresso ha parlato di come anche nei romanzi esistano degli aspetti che non si possono spiegare in termini puramente logici ma perché “suonano bene”, mettendo in luce l’aspetto puramente istintivo e misterioso della scrittura.

Ricorda così la sua parantesi musicale, quando verso i 24 anni ha cominciato a inviare canzoni e demo in giro, ma senza successo e senza ricevere risposte. “Così sono passato ai racconti“. Così non sorprende che, nel descrivere la raccolta di racconti Notturni Cinque storie di musica e crepuscolo, Ishiguro abbia accostato l’opera a un album musicale: “È come un album musicale con cinque brani. Alcuni malinconicie altri spassosi, come un sorta di sollievo comico“.

E mentre per Ishiguro è un onore essere tra i vincitori del Premio Nobel insieme al suo eroe Bob Dylan, il collega Salman Rushdie ha commentato con ironia la notizia del Nobel all’amico Kazuo: “Suona la chitarra e scrive brani musicali. Arrenditi Bob Dylan!“. Di canzoni Ishiguro ne ha davvero scritte, per la jazzista Stacey Kent nel 2003 per esempio. Chissà che non riesca a vincere anche un Grammy un giorno.

Qui potete leggere Kazuo Ishiguro che racconta la scoperta di Dylan e Cohen

 

 

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