Referendum, andiamo lo stesso eh!

In Italia il quorum per il referendum non si raggiunge dal 1995, del resto abbiamo tante armi per evitare che accada, tipo scegliere le date che cadono nei primi weekend caldi, e chi ha l’anima e la testa di mettersi a pensare all’acqua pubblica il 12 di giugno quando fuori c’è l’afa, le meteorine di Fede ti invitano al mare, e i seggi sono luoghi bui e sinistri (della scuola pubblica!) senza ventilatore? Eppure pare che i sondaggi (a pensar male delle statistiche si fa peccato, ma poi se hanno ragione?), i sondaggi prevedessero che dopo 16 anni il quorum sarebbe stato raggiunto, cioè gli italiani avrebbero rinunciato al mare per votare al referendum. Che evento perdio! Il quesito di rottura era quello sul nucleare, il Giappone aveva fatto il suo con la paura radioattiva che alitava sulle nostre teste, gli italiani erano animati e convinti, persino il signor X sarebbe rientrato prima dalla sua gita pur di mettere una croce. Ma pace all’anima del signor X, sono rimasti in voga solo i quesiti di cui gli frega una mazza.

Il governo rinuncia al nucleare, e mica perché ci sia stato un grande dibattito, e mica perché si siano volute ascoltate le voci dal basso (quando mai!): come sempre ogni evento decisivo italiano ha un interesse nascosto, anche se in questo caso poi di nascosto non c’è granchè. Allora andiamo a vedere qual è il quesito che ha spaventato talmente tanto il governo da decidere addirittura di arrestare il nucleare per tagliare le gambe al quorum. Quale sarà mai, la privatizzazione dell’acqua dal 2012 o il legittimo impedimento del nostro premier a recarsi alle udienze?

Come sempre il paese ruota attorno al culo di mister B. Con una maestria da volpino arrapato, e nonostante fosse un paladino del nucleare come scelta per lo sviluppo del paese, tutt’a un tratto gli è venuto in testa, sta a vedere che ora per questo quesito di cui me ne sbatte in fondo devo perdere l’impedimento! La questione è tutta qui, non saremo mai un paese con le palle fin quando ogni nostra scelta dipenderà sempre e comunque dalle beghe del suo premier, ogni discussione altra sarà sempre immobile, e anche delle belle notizie dovremo fare dietrologia spicciola. Tutto questo fa così schifo che se vogliamo dare una lezione di stile a mister B il 12 giugno con l’afa alla gola gli impediamo di auto impedirsi.

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