Sundance film festival 2014: vincitori e critiche

Ogni anno a Gennaio nello Utah, a Park City  si apre il Sundance film festival, la rassegna più importante di cinema indipendente, anticamera fondamentale per tanti talenti, come lo è stato per Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, poi  approdati a un pubblico maggiore.

E’ il festival degli outsider e di coloro che non trovano nel mondo patinato di Hollywood un giusto riscontro.

Un po’ Factory, un po’ Salon de refusés, è un’incubatrice di visionari che rendono giustizia all’ underground, alla contro cultura americana che qui ha un peso critico e cinofilo superiore.

 

A trionfare in questa edizione è il dramma di Damien Chazelle Whiplash, aggiudicandosi sia il Premio del pubblico che il Premio della giuria (guidata dal regista Bryan Singer).

Medesimo risultato ottenuto nella scorsa edizione da Fruitvale Station (Ryan Coogler), sbarcato poi a Cannes.

 

Whiplash racconta la storia di un’aspirante batterista jazz (Miles Teller) e del rapporto conflittuale, di ammirazione e odio, con il suo professore (JK Simmons).

Per i documentari premiato invece l’americano Rich Hill: che vede alcuni adolescenti affrontare difficili scelte in una cittadina rurale americana, trovando conforto nei legami familiari e sperando in un futuro che li allontani da quel luogo dimenticato.

 

E’ stato un Sundance ricco di spunti, a iniziare dalla regia di Nick Cave con 20.000 Days On Earth, all’omaggio di Matthu Placek a Marina Abramovic con un corto addirittura in 3D – A portrait of Marina Abramović.

 

Si è tanto parlato anche del cosidetto vincitore morale della rassegna Raid 2: Berandal che ha catalizzato l’attenzione di pubblico e critica.

Un action movie atteso perché sequel di The Raid, pellicola indonesiana girata dal gallese Gareth Evans nel 2012,  una trama tanto semplice quanto efficace però forte di scene di combattimento coreografate al limite dell’ impossibile. Già si parla di trasformarlo in una trilogia.

Non a caso la pioggia di consensi arriva proprio per questo film fortemente diverso dalle pellicole ormai dette tipiche del festival indie, in un’ edizione che ha subito qualche critica da uno dei fondatori del festival Robert Redford.

L’attore e regista statunitense ha fondato il festival Utah / Stati Uniti a Salt Lake City nel mese di agosto 1978 come il festival del cinema Utah /United State Film Festival. L’attuale nome Sundance è stato adottato nel 1991, e prende il nome dal personaggio dell’attore Sundance Kid in Butch Cassidy di George Roy Hill.

 

In un’intervista con l’Hollywood Reporter ha lasciato intendere che è pronto ad allontanarsi dal Sundance e di sentirsi sempre più ostile agli interessi commerciali che ora lo permeano e che “stanno portando via la texture e la qualità originali”.

 

Critiche seppur ironiche arrivano anche da siti comici come Tastes Funny, che con un finto trailer di un film indie, costruito ad hoc ne denunciano tutti i clichè: i silenzi, le famiglie turbolente, colonne sonore a base di battimani.

Il problema è evidente data la somiglianza dei film presentati negli ultimi anni, che diventando stereotipati e sono facilmente soggetti a satira.

 

Il trailer infatti si chiama Not another Sundance movie.

 

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