Se il razzismo diventa una moda su Youtube

Oggi è stato pubblicato da “Il Tirreno” il video di una ragazza di colore – denigratoriamente chiamata “la negra” – che viene presa ad insulti e a schiaffi da tre ragazze sue coetanee, mentre la folla attorno fa il tifo, incitando la violenza, l’aggressione e la rissa. La “negra” si difende, la si può infatti vedere che tira anche lei un calcio proprio a questo scopo, mentre un altro ragazzo esclama «Levati, devo filmare. Questo va su youtube».

Più che la gravità dell’avvenimento in sé mi preme sottolineare il linguaggio: “La negra”, “la zoccola”, “e la negra ce le busca”. Questo incitamento barbaro al linciaggio porta con sé queste espressioni che vengono pronunciate dai ragazzi con una certa disinvoltura, come se fosse normale parlare – e quindi soprattutto ragionare – in questi termini. Il classificare e il creare categorie come “negro/a” è un fenomeno che dovrebbe appartenere al passato per motivi che sono ovvi.

Un altro elemento è “Youtube”. Perché bisognerebbe fare un video che ritrae un pestaggio per poterlo postare su youtube? Condividere virtualmente il momento, trovare altre persone che ridono e che commentano entusiasticamente una tale follia collettiva, oltretutto prodotta da ragazzini? In questi anni mi sono sempre più convinto dell’idea, ovviamente non mia, che tutto ciò che è associabile ai leader è emulabile. Faccio un esempio di questi giorni.

Si è di recente svolta una “ronda” all’Ospedale Maggiore di Bologna del consigliere regionale e capogruppo della lega Nord, Manes Bernardini. Il consigliere si fa ritrarre in una foto mentre è intento a cacciare via i rom che “sporcano” i bagni dell’ospedale. Quella mano protesa verso l’uscita nell’atto di scacciare gli stranieri che urinano negli ospedali è un gesto, oltre che arrogante, violento e didascalico. Un consigliere regionale, votato presumibilmente da un numero considerevole di persone, è a tutti gli effetti un leader e in quanto tale facilmente emulabile.

Sono vent’anni che tale retorica serve alla Lega per prendere voti da chi è “intollerante” o da chi semplicemente vive un disagio oggettivo che però viene scaricato su chi non è realmente responsabile (i rom creano degrado o i rom vengono lasciati nel degrado?). Il “cacciamoli via” implica violenza, il “tirarli per la barba” implica violenza, la mano alzata di Bernardini implica violenza.

Se i ragazzini di oggi perdono la testa e si lasciano andare alla violenza razzista, incitandola, non è forse anche per colpa di questa cattiva gestione della comunicazione? Non è forse colpa di chi tale violenza la usa per veicolare potere e “cultura”? Bernardini dice proprio: «La Lega allontana gli zingari dai bagni dell’Ospedale Maggiore. La ronda leghista va fino in fondo». Può mai essere ancora oggi un motivo di vanto il cacciar via i rom da un ospedale? Quanto può esser grottesca questa storia?

Tolleriamo tutto questo come se non fosse niente e poi guardiamo un video su youtube in cui dei minorenni fomentano ragazzine a picchiare un’altra ragazzina “negra” e ci scandalizziamo e ci indignamo. Questi ragazzi, adolescenti e per definizione “in formazione”, personalmente non li vedo come colpevoli, ma come vittime di atti irresposabili come quelli di Bernardini che educano all’odio e alla barbarie.

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