Sky Ferreira – Night Time, My Time

Il 29 Ottobre 2013 non si ricorderà solo come la data di uscita di Reflektor: quel giorno c’era anche Sky Ferreira in agguato (da oggi il 29 Ottobre diventerà una giornata più mainstream). Dal produttore Ariel Rechtshaid (quello delle Haim e dei Vampire Weekend, per capirci) nasce il vero grande progetto dell’anno: la signorina Sky Ferreira, che ci propone questo esordio di razza, che ha già preso un 8.1 su Pitchfork. Lanciatissima, dalla droga alla musica, in poco tempo scala le classifiche delle copertine dei giornali, e diventa la reginetta del succhiotto, porta alla ribalta persino quel Zachary Cole Smith che altrimenti non si sarebbe filato nessuno, duetta con Cat Power, si fa arrestare, e ha pure il tempo di dichiarare: “le persone pensano che siano tutte mosse pubblicitarie” (macchè!), “e invece ho lavorato così tanto per questo disco“. E allora la recensione la dobbiamo fare: ce lo impone la storia!

La storia comincia sulle spiagge di Los Angeles (sì, mi sto informando su Wikipedia, mentre contemporaneamente ascolto il singolo di bandiera, You’re not the one), e passa per un profilo Myspace dove la nostra heroine carica la sua musica e attrae l’attenzione di produttori svedesi che decidono subito di lavorare con lei. Poi diventa una modella, rilascia un Ep (Ghost) nel 2012, e finalmente arriva all’esordio con questo album, Night Time, My Time. Dicono che tra i suoi modelli di riferimento ci siano Britney Spears, Madonna, Cat Power, Alice Cooper e Nancy Sinatra. A questo livello profondo delle cose ti viene la curiosità di ascoltare l’annunciatissimo disco e capire che cavolo è il fenomeno Sky Ferreira che prende un 8.1 sul manuale delle giovani marmotte pitchforkiano. Oltretutto lei lamenta di essere stata definita un fake e un bluff solo perché donna, e che se fosse stata un uomo non si starebbe a dirle che tutto quello che fa è una mossa di mercato: vuole essere presa sul serio, Sky Ferreira, e per questo si spoglia di ogni pregiudizio e mette le sue tette sulla copertina dell’album. E io penso che dobbiamo ascoltare questo disco dall’inizio alla fine per salvare il mondo.

C’è un’iconografia alla Kate Moss in questa ragazza di 21 anni che in qualche modo potrebbe affascinare, o almeno sta tentando di costruire proprio qualcosa del genere. Nel video di “Lost in my bedroom” (dall’Ep Ghost) il tentativo era già chiaro: fondamentalmente racconta di una ragazza perduta, tutta avvolta in un corto vestito nero in scenari di disperazione urbana, o che bussa contro porte buie no-sense con l’aria alcolizzata e il trucco sfatto. Ma torniamo al disco. Il disco si apre con Boys, e scommetto che basterà poco a Sky per liberarsi di Zachary e trovare la sua dimensione altrove: scommetto in una risvolto lesbo o sadomaso di questo suo travaglio interiore, ma per il momento l’iconografia vuole che lei ci racconti che piace ai ragazzi. Il vecchio singolo Lost in my bedroom quasi mi stava facendo considerare le potenzialità di Sky Ferreira, quando arriva quel secondo pezzo, Ain’t your right, che sembra una vecchia canzoncina in stile litania pop. Lo ammetto, ha una voce che mi piace la Ferreira: ma non si possono scrivere pezzi che si chiamano 24Hours che iniziano col suono di una sveglia senza rischiare di sembrare una bimbominchia. Quello è il preciso punto in cui inizio a chiedermi perchè diavolo mi sto incartando a scrivere una recensione del disco di Sky Ferreira. Voglio dire, non ho proprio il talento per fare i collegamenti con i pezzi di Madonna. Però posso dire a naso che c’è anche un poco dell’influenza di Courtney Love, Nobody Asked Me (If I was okay) devia verso il pop-rock-wannabe e ti chiedi che diavolo stessi sentendo fino ad un momento fa.

Il pezzo che ha letteralmente sconvolto Pitchfork è I blame myself. Il pezzo probabilmente peggiore dell’album secondo la mia limitatissima visione delle cose. Che ci stia(no) prendendo tutti per il culo è chiarissimo. Perchè poi arriva Omanko con quella sua attitudine japanese, in cui Sky vuol virare verso l’omaggio ai Suicide. Infine tutte le peggiori copie dei pezzi da radio del mattino, con una chitarra elettrica che fa da sottofondo sonoro a un ah ah ah. Però lei ha l’heavy metal heart.

Quello che davvero non capisco è perché stiano sfruttando nel modo sbagliato questa ragazza. L’ultimo pezzo dell’album, la title-track, mostra davvero un certo livello di talento e potenzialità della Ferreira, ma il tentativo resta quello di mantenere il low profile di una Britney Spears. Creare il fenomeno di musica femminile pop è molto più facile di creare quello del pop rock, con una venatura da stronza: ma solo perché il pubblico del rock non è fesso. L’ultimo pezzo, Night Time, My Time, fa veramente l’effetto di uno stacco incredibile in questo rispetto a tutto il resto. Ha delle sonorità quasi sincere, belle. E la voce di Sky è avvolgente. Se proprio volete farla diventare quello che volete che diventi, fatelo per bene!

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