The Limiñanas – Shadow People

Il gusto, il gusto musicale: quel tipo di sensibilità speciale e di pochi, che distingue chi capisce cosa suona e soprattutto come suona da chi no. In parole povere ritengo sia uno dei criteri che separa la buona musica dalla robaccia.

Credo che questo duo “di non più giovincelli” francesi sappia davvero il fatto suo in termini di gusto, aspetto che si notava anche nei loro lavori precedenti e che affonda le sue radici nella musica in voga nell’Europa meridionale a metà degli anni 60’. Questo rincorrersi su una base musicale, tratto tipicamente francese, ricorda i grandi duetti di quell’epoca.

Un uomo, e penso subito ad un Gainsbourgh con voce bassa e mascolina che sussurra parole d’amore ad una donna, Jane Birkin o Brigitte Bardot, la quale risponde con quella dolcezza e quella sensualità, che di fatto le resero celebri. Mi saltano alla mente inoltre anche la coppia Jacques Dutronc (quello di Je n’en peux plus)/Françoise Hardy e sono certo che li abbiano in mente anche Lionel Limiñana e sua moglie Marie che dal 2010 suonano insieme e che con i loro lavori, specialmente l’ultimo Malamore del 2016, si sono confermati ultima band yéyè in circolazione.

Tuttavia non si limitano a questo i Limiñanas che riversano all’interno dei loro brani tutta la conoscenza musicale e cinematografica (e infatti collaborano nel brano Shadow People, uscito in un EP del 2017 e che dà il nome all’album, con l’icona del cinema francese Emanuelle Seigner che regala all’album ulteriore sensualità con la sua voce), chiudendo con De la part de copains, che non sfigurerebbe in un moderno spaghetti western, dopo aver aperto con un’atmosfera decisamente garage rock con l’intro Ouverture. Aggettivo, garage, decisamente riduttivo per questi due che riescono ad inserire in questo lavoro sonorità surf, new wave, pop, groove e talmente tante altre che diventerebbe noioso star qui ad elencarle tutte.

Tornando alle congetture di prima sul gusto musicale, il discorso viene avvalorato dalla qualità delle collaborazioni e dei personaggi che hanno partecipato a quest’album pubblicato dall’etichetta americana Because Music.

Insieme al polistrumentista Lionel e alla cantante Marie, nella trascinante e grezza Istanbul is Sleepy, c’è Anton Newcombe eclettico fondatore dei The Brian Jonestown Massacre; c’è Bertrand Belin altro polistrumentista francese molto famoso in patria che collabora a Dimanche, brano psichedelico e particolare, caratterizzato dalla voce dura e dai tratti vagamente epici. Infine collabora anche il leggendario bassista dei Joy Division e New Order Peter Hook a The Gift, pezzo che somiglia molto a Ceremony o Age of Consent di questi ultimi, impreziosito dalla dolcissima voce di madame Limiñana.

Nonostante tutte le influenze dai 60’s e l’inserirsi all’interno di una tradizione di duetti tutta francese, questo duo rodato proveniente da Perpignan, piccola e gioiosa cittadina del sud della Francia dove cominciano il loro tour, non ci sta a suonare vintage (come molti critici li hanno definiti nei lavori precedenti) e ci offrono un album che suona attuale, incarnando un sound garage rock che non si deteriora, ma che ci si augura li porti all’orecchio di un pubblico più ampio, perché di questi tempi abbiamo bisogno di stile e soprattutto di buon gusto musicale.

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