The Subterranean tapes: Marzo 2016

Annullate i miei desiderî, cancellate i miei ideali, mostratemi qualcosa di meglio, e io vi andrò dietro. Magari direte che non mette conto nemmeno di legarsi; ma in tal caso io posso rispondervi allo stesso modo. Noi ragioniamo seriamente; e se non mi volete degnare della vostra attenzione, non vi farò certo degli inchini. Io ho il sottosuolo.

(F. Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo)

Anche questa volta scendiamo sottoterra con i Subterranean Tapes di marzo.

CLAUDIA IS ON THE SOFA, Time of me, Hashtag

4 marzo

Se possiamo credere che esista anche qui da noi un cantautorato femminile in grado di pescare dal lo-fi e dalla tradizione più americana con una dolcezza struggente è merito anche di questo disco di Claudia is on the sofa. Questo Time of me, senza scomodare grandi nomi, mescola tante situazioni differenti e piccole storie che durano soltanto per chi le ha vissute se nessuno gli dà la possibilità di essere ricordate. Un po’ come la corsa del giapponese Shizo Kanakuri in Stellar Wind che, accettando di riposarsi durante la maratona, riuscirà a concluderla solo 54 anni dopo. Per questo disco non fate passare così tanto tempo.

Released tracks: Stellar Wind

MARY LATTIMORE, At The Dam, Ghostly International

4 marzo

La storia della giovane arpista Mary Lattimore è già romantica di per sé, come la scelta di uno strumento così particolare. Dopo tante collaborazioni (Kurt Vile, Thurston Moore) riceve un riconoscimento importante e con il denaro decide di lanciarsi in un road trip, insieme a un amico, un lap top e il suo strumento. At the Dam è il risultato dei luoghi che ha visitato, da Philadelphia al Texas, in cui si è fermata per registrare e scrivere. Un ambient particolare in cui la delicatezza delle note della Lattimore entrano in profondità, trascinandoci nelle situazioni di cui ha scritto, alternando momenti di tranquillità e dolore, di delay che tagliano a metà il silenzio e ci costringono a guardarci attorno su quello che abbiamo, mentre la strada avanza e noi rischiamo di essere ancora troppo lontani. Forse siamo anche noi quel Jimmy V che ci sembra veder correre sotto il Joshua Tree e si volta per chiamare qualcuno.

Released tracks: Jimmy V

THE PLEASE, Here, Maciste Dischi

11 marzo

Parlando di viaggi, o di eredità americane, di quando cinquant’anni fa le macchine bruciavano l’asfalto delle strade nel deserto e il vento muoveva la sabbia di Frisco, ci sarebbe certamente capitato di sentire qualcosa dei Jefferson Airplane. Ma i tempi sono cambiati, quei giovani non corrono più, e a noi non resta che provare a immaginarli. L’alt folk dei The Please ci porta in quella direzione. Il loro Here non è, però, uno stanco ricordo fatto di suggestioni indirette, la malinconia non è per i tempi che non hanno vissuto, piuttosto una discesa nei residui del genere, quando la psichedelia rallentava un attimo e si trovava vuota. È un sound sincero, che improvvisamente inizia a battere, cercando di fare proprie le contaminazioni di un’epoca che non c’è più, in un’altra che ancora non sa chi è. Se qualcuno non aveva mai visto la pioggia, i The Please ci ricordano che quel vento non si è ancora abbassato come credevamo.
Released tracks: Even and Odd  | Back and Forth

PRUS DALL’OLTREFIABA, Vostok, Scene Music Records

18 marzo

Cambiano decisamente le coordinate con Prus dall’oltrefiaba, e finiamo nell’incubo lynchiano di Vostok. Il richiamo all’oscurità è bivalente come tutti i labirinti in cui non sai scegliere se tornare indietro o rischiare per vedere cosa ti aspetta alla fine. Vostok è una terra industriale in cui non rimane più nulla, tutto è decadenza e tutto fa echo. Di Dave Gahan ce n’è uno e, probabilmente, lo sa anche Prus che cerca di trovare una propria direzione, ma reggere certi confronti è rischioso ma Claws vale tutto l’ascolto.

Released tracks: Claws | Just Like Frankenstein

YOMBE, S/t, Locale Internazionale

18 marzo

L’elettronica del nostro paese è, da sempre, incline a essere il riflesso dei background che costituiscono l’artista, e le influenze persistono, provengano dall’hip hop (Yakamoto Kotzuga, Go Dugong) o da ambienti più pop come il caso degli Yombe, duo composto da Cyen e Alfredo, reduci dall’esperienza con i Fitness Forever. Questa contaminazione non è sempre un male, dando una base solida da cui partire per questo EP di debutto assoluto. Gli Yombe, però, non si limitano a un lavoro di rielaborazione del loro passato ma cercano, nel loro sound, modalità nuove per distaccarsene. Le tinte più soul ed esotiche gli permettono di limitare la componente dream del loro precedente progetto artistico, dando a queste cinque tracce un taglio differente che non dimentica il passato né il contemporaneo in cui si inseriscono. La rintracciabilità di alcuni campionamenti rischia, a tratti, di compromettere l’originalità che li distingue da tante proposte simili. Dalle ceneri.

Released tracks: Vulkaan

DELTA CLUB, Fortitude EP, Autoprodotto

18 marzo

Il fatto che la conoscenza di tanti stili musicali da cui attingere significhi una profonda stratificazione del souno, non è un’equazione che vale sempre. Lo è nel caso di Mattia del Moro, aka Delta Sound, giovane producer friulano di base a Londra. Fortitude Ep è il prodotto di una generazione nomade, che si è lasciata contaminare dalle direzioni che è stata costretta a prendere, quasi involontariamente, dal passato e dal nuovo modo di impiegarle. L’elettronica di Delta Sound è questa terra di tutti e di nessuno, in cui il taglio personale leviga gli angoli con precisione per renderli propri, senza accettare risposte semplici per via della sonorità, riempita da generi così diversi fra loro, riabilitati insieme in un’unica grande dimensione multiforme. Valorizzarci è l’unico modo per combattere la fuga.

Released tracks: The Nomadic Alternative

ESCO DALLA GROTTA, S/t, Autoprodotto

19 marzo

Per chi ha vissuto l’ambiente universitario bolognese di poeti e scrittori, musicisti e profeti, ne ha conosciuti tanti cercare qualcosa di più della pergamena. È una storia che si riproduce continuamente, un laboratorio che spesso non si impegna fino in fondo, lasciando spazio alla disillusione non appena rientrati a casa. Alcune volte, però, quella barriera si supera e qualcuno prova a uscire dalla grotta, contro una fine già scritta in banca o al fast food. Il cantautorato ha questa forza, e ne abbiamo visti tanti e diversi. L’opera prima di Esco dalla grotta (sic) ha un procedimento analogo, sono i dubbi e i pensieri quotidiani a riempire le pagine bianche, e la monotonia della realtà assume una valenza diffente dentro una sala prove, se sai dargli il suono giusto. Allora nasce qualcosa di nuovo, non più solo per sé o per lasciare una traccia di quello che non ci sarà mai più. È un vestito ancora stretto, per un corpo che dentro può avere tanto, basta solo dargli il tempo per strappare le parti che ancora lo trattengono.
Released tracks: Intervallo

A MORTE L’AMORE, S/t, Goodfellas

25 marzo

Se eravamo usciti dalla grotta, prima, con A Morte l’Amore ci ritorniamo con la rabbia del tradimento. Il suono è un rock classico che si lascia attrarre dagli anni d’oro della canzone italiana, tetro e lineare, non si abbandona a troppe divagazioni per raggiungere l’obiettivo che vuole. È il caso de I Colpi, in cui l’ossessivo riff ti costringe all’oscillazione perpetua che caratterizza anche i brani successivi. Il ritorno alle giubbe di pelle è quasi naturale come il ritorno a un certo genere di frontman che sul palco lascia più del sudore. Si tratta di un disco coerente e concreto, proprio come deve essere e, per questo, ti trascina in mezzo alla pista di uno di quei rock club che ancora resistono. Shey Shey, dopotutto, sembra essere scritta per questo.
Released tracks: Giuditta | Mi abbracci, mi accoltelli

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