Un affascinante viaggio nella musica di Trentemøller

Dopo vari reschedule, Trentemøller arriva ai Magazzini Generali di Milano il 10 aprile 2022, per presentare il suo ultimo lavoro in studio: “Memoria”. “Fare il DJ mi annoia”, dice spesso l’artista danese, che preferisce di gran lunga avere una band e portare sul palco gli strumenti. Infatti ad accompagnarlo ci sono i suoi quattro musicisti: Silas Tinglef alla batteria, Brian Batz alla chitarra, Jacob Haubjerg al basso ed infine l’islandese Disa, chiamata ad interpretare le meravigliose linee vocali incise in studio da Lisbet Fritze.

Foto di Alise Blandini

Il percorso di Trentemøller è chiaro: paradossalmente, si allontana progressivamente da ciò che è sintetico, per abbracciare un suono organico. Per questo le chitarre hanno un ruolo sempre più fondamentale e predominante nella sua musica, soprattutto dal vivo. I nuovi arrangiamenti studiati per il tour suggeriscono l’obiettivo imperativo di creare un’esperienza unica, che spinga le persone a voler tornare, non tanto per divertirsi soltanto, ma per trovare qualcosa di nuovo, inaspettato.

Foto di Alise Blandini

In quest’ottica i brani di “Memoria” si presentano come nuovi anche per chi ha divorato l’ultimo disco, da un lato perdendo il mordente della prima produzione Anders Trentemøller, dall’altro mostrando infine sfaccettature aggiuntive sulla sua arte. Le atmosfere eteree di pezzi come “Veil of White”, “No More Kissing in the Rain” e “Glow” vengono amplificate dal fumo e dalle luci, rendendo l’avvio impalpabile, sospeso in un limbo tanto oscuro quanto affascinante. Emerge senza filtri il grande amore di Trentemøller per la new wave anni 80’, che andando a pescare dai The Cure e dai Joy Division, crea un lampante fil rouge che viene irradiato dalla tracklist di “Memoria” alla setlist del concerto.

Foto di Alise Blandini

Va confessato: se la serata si fosse limitata a quanto offerto dalla resa live di “Memoria”, forse più di una persona sarebbe tornata a casa con la sensazione di qualcosa di incompiuto, interrotto. Non tanto per l’assenza di classici, quanto per la mancanza di un climax sonoro ed emotivo. Ad un certo punto è anche naturale aspettarsi di ballare, no? Ma ecco il vero asso nella manica del gruppo, che arriva con calma, traccia dopo traccia. Si entra nel cuore dell’esibizione quando le ritmiche pulsanti di Silas Tinglef iniziano ad insinuarsi tra i tanti corpi che affollano la sala dei Magazzini Generali. Così, nel giro di un’ora, l’intero club passa da qualche testa ciondolante ad un mare in tempesta, sul quale Trentemøller naviga come il re dei pirati.

Foto di Alise Blandini

Anche i suoni, le luci e i visual sembrano prendere coraggio nel corso della performance. I volumi si alzano, le nebbia si dirada e le suggestioni si intensificano, aggiungendo colore allo scenario cupo e malinconico che ha accolto la domenica sera dei Magazzini Generali. Proprio secondo i piani, ogni pezzo del puzzle va al proprio posto, andando a formare un’immagine molto più complessa del previsto, alla quale anche i più restii devono arrendersi, lasciandosi andare.

Foto di Alise Blandini

Le ultime canzoni in programma, le immancabili, pongono infine un imponente punto esclamativo ala chiusura dello show. A portare la platea nel posto magico dove Capitan Trentemøller ha nascosto il tesoro, ci pensano infatti “One Last Kiss to Remember” e “Take Me Into Your Skin”, seguite da un perfetto encore composto da “Miss You” e ”Silver Surfer, Ghost Rider Go!!!”. Inutile dire che l’obiettivo iniziale, quello di spingerci a voler tornare, per averne di più, scoprirne di più, viene raggiunto. Se ne accorgono tutti i musicisti sul palco, che salutano Milano col sorriso stampato in volto, godendosi l’ovazione finale come giusta ricompensa per il grande viaggio.

TUTTE LE FOTO SONO DI ALISE BLANDINI


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