Vetrina rotta: dodici anni vs. Omicidio: tre anni

Lo schifo non ha mai limite, ne abbiamo avuto una conferma recente nella condanna di quattro manifestanti del G8 di Genova che sono finiti in manette. Condanne durissime, in totale cinquant’anni di carcere diviso quattro, che hanno visto come imputati gente che ha deciso di sfondare la vetrina di una banca o un bancomat, o incendiare una Chrysler. C’è chi ha preso dodici anni di carcere per questo. Dodici! Un’infinità.

Dall’altra parte della barricata – letteralmente – abbiamo avuto quattro condannati per l’omicidio Aldrovandi, un ragazzo di diciotto anni che stava tornando a casa da una serata in un locale. I poliziotti dichiararono che il ragazzo li avrebbe aggrediti a colpi di karate – cioè in pratica hanno dichiarato immediatamente che il ragazzo fosse disarmato – e loro avrebbero risposto con colpi di manganello – talmente violenti da spezzarne due (!!!). Il ragazzo è morto tecnicamente per “asfissia da posizione” perché il torace di Aldrovandi era schiacciato contro l’asfalto grazie alla pressione delle ginocchia dei poliziotti. Per questo i quattro poliziotti vengono condannati a 3 anni e 6 mesi!

Gente preposta all’ordine alla sicurezza diventa gente da cui bisogna guardarsi, gente da cui stare lontano, sai mai se ti prendono in antipatia possono ucciderti e forse in galera manco ci vanno e se ci vanno è davvero per poco tempo.

Vetrine di banche rotte e auto incendiate, dodici anni. Omicidio brutale di un ragazzino di diciotto anni, tre anni e sei mesi. La cosa più ironica è che i sindacati di polizia si sono ritenuti insoddisfatti delle condanne dei manifestanti di Genova, avrebbero voluto pene più severe. Trovo tutto questo sconcertante e non credo di essere l’unico. La madre di Aldrovandi, riferendosi alla proposta di legge per il reato di tortura, ha dichiarato ieri: “Oggi è il compleanno di mio figlio e vorrei onorare la sua memoria con il vostro aiuto: insieme possiamo superare le vergognose resistenze ai vertici delle forze dell’ordine e battere gli oppositori che faranno di tutto per affossare la proposta“, si legge nell’appello pubblicato su Avaaz.org che, promette la donna, sarà consegnato al ministro dell’Interno al raggiungimento delle 100 mila firme (alle 13 erano quasi 40 mila).”

P.S.: “ […]il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. […] Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. […]” – Cossiga durante le proteste dell’Onda Studentesca qualche anno fa.

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