We Are The City – Violent

La scena musicale canadese è, di questi tempi, quanto mai sottovalutata. Basta farsi un giro per il web, infatti, per incappare con estrema facilità in band di assoluto interesse provenienti da quell’area: come dire, una fonte quasi inesauribile per i cacciatori di teste dell’indie-rock.

I We Are The City ne sono un esempio: terzetto attualmente di base a Vancouver, la band di Cayne McKenzie (voci/tastiere), Andrew Huculiak (batteria) e David Menzel (chitarra) esordisce ufficialmente nel 2011 con l’ep High School, al quale fa oggi seguito il primo lavoro full-length, intitolato Violent.

Pop-rock abilmente giocato sui contrasti e sull’imprevedibilità, la musica dei We Are The City fa della mancanza di schemi fissi il suo punto di forza principale, basandosi su una costruzione dei brani mai banale in cui non mancano complessi richiami al prog.

Una violenza, quella del titolo, tutta racchiusa nell’intensità delle composizioni, che non mancano di sfociare in slanci dai toni quasi epici, come accade nei passaggi corali di “Bottom of the lake” o nelle fasi strumentali di “Legs give out”, brano quest’ultimo che sembra unire idealmente Michael Jackson e i Radiohead.

Energici a colpi di chitarre affilate e a tratti sghembe in tracce come “King David” e “I am, are you?”, i We Are The City sembrano ben collocarsi anche di fronte a temi più tipicamente da “ballata” (“20 Ft. Up”, “Everything changes”) senza perdere di efficacia, per poi tentare con buoni risultati la carta di un beat elettronico e minimalista in “Friends hurt”.

L’accoppiata di chiusura mette, infine, in mostra i tratti più sperimentali del terzetto canadese, con “Baptism” che, in particolare nella seconda parte del brano, si trasforma in un’esplosione trionfale di sonorità cangianti, e “Punch my face”, che punta invece sul lento passaggio da un’atmosfera quasi impalpabile ad una coda graffiante e rumorosa.

Con un esordio così ricco di elementi interessanti, il terzetto canadese sembra dunque pronto a ritagliarsi  un proprio valido spazio sulla scena. Un tocco di maturità in più potrà amplificare queste sensazioni, ma nel frattempo le buone premesse non mancano. Da tenere d’occhio.

Tracklist:

  1. Bottom of the lake
  2. Legs give out
  3. King David
  4. Passing of the peace
  5. Friends hurt
  6. I am, are you?
  7. 20 Ft. Up
  8. Everything changes
  9. Baptism
  10. Punch my face
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