What the hell is that? – Spending Review Version

Sono comparse due nuove paroline sui giornali: “Spending Review”. Questi due termini british, che sembrano presagire una manovra con la quale cambieranno le cose rispetto alle precedenti azioni di questo governo, non vogliono dire altro che “revisione della spesa pubblica”. In pratica non cambia nulla della linea di Monti, è semplicemente marketing – come al solito.

Quello che accade in questo caso, in mia opinione, è estremamente simile al brodo di qualche mese fa per la riforma del lavoro: una serie di contentini per mascherare la gravità di alcuni provvedimenti. Ad esempio nella vecchia riforma del lavoro ci sono state agevolazioni per le donne incinta e divieto assoluto del “licenziamento bianco” – ci voleva Monti per queste cose – contro la “maggiore flessibilità in uscita” che tradotto significa una maggior facilità nei licenziamenti.

Ora si vuole applicare questo scempio – si, credo nella sacralità dell’Art. 18 – anche alla pubblica amministrazione, il tutto accompagnato da dichiarazioni shock della Fornero che afferma che «Il lavoro non è un diritto». Essere Ministro del Lavoro e dire una frase simile è come essere contadini e non sapere dell’esistenza degli ortaggi.

I contentini della nuova manovra sono veramente poca cosa: dieci milioni in meno alle università non statali; una riduzione dell’organico delle forze armate del 10% (anche se creare la disoccupazione anche in quel settore forse tanto tanto contentino non è); soliti tagli alle auto blu che, grazie a Grillo e a Travaglio, sembrano essere diventate la causa principale della crisi. Ce ne sarebbero altri ma prima di lasciarvi in preda alla gioia per questi tagli vorrei ricordare l’inesistenza di una vera tassa proporzionale sui patrimoni – vi ricordate i patrimoni “scudati”? – e il fatto che il debito pubblico è alle porte dei duemilamiliardi di euro (!!!). Intanto continuiamo a spendere per i cacciabombardieri, lì neanche l’ombra di un taglio – sai mai se i Turchi ci invadano.

E Squinzi? Squinzi è l’attuale presidente di Confindustria che al momento spara a zero sul Governo e balla il Walzer con la Camusso. Ha dichiarato che la spending review è un primo passo ma va fatto molto altro per evitare la macelleria sociale, che il voto dato al governo da parte sua è tra il cinque e il sei e che non ha mai incontrato Marchionne e ne rifiuta il modello. La Camusso è d’accordo su tutto. Il primo presidente di Confindustria che fa dichiarazioni anti-austerità? E perché? In tutta risposta Monti ha detto che le dichiarazioni di Squinzi fanno salire lo spread – che in situazioni di poca fiducia nei mercati potrebbe addirittura essere vero – screditandolo e additandolo come nemico.

E il ruolo della sanità? Si parla di tagli che vanno dai 18.000 ai 20.000 posti letto in meno. Come se gli ospedali fossero vuoti e le immagini che vediamo in televisione –ripeto, in televisione ! – fossero fotomontaggi di pazzi socialisti che vogliono attaccare il governo. In sintesi a me sembra che il governo faccia cassa sempre dalla stessa parte – lavoratori privati e ora anche pubblici – senza arginare le vere cause della crisi, ovvero le speculazioni finanziarie – che per la cronaca sono legali – e il basso coefficiente di patrimonializzazione delle banche.

P.S.: Attenti a Squinzi, in futuro potrebbe mordere forte.

(Foto dalla Rete)

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