Perché Maureen Tucker dei Velvet Underground oggi è un’ultra-conservatrice

Christian Rocca, in arte Camillo, è un mago del “come ti monto una notizia sul nulla”, ovvero l’arte di trovare stratagemmi persuasivi per esaltare il movimento conservatore o la Juventus (fondamentalmente la stessa cosa). L’ultima trovata è un articolo sulla ex-batterista dei Velvet Underground diventata un’attivista del movimento ultra-conservatore Tea Party, il sottinteso della notizia è ovviamente “carissimi liberali, anche una rockettara può essere una conservatrice di ferro alla Sarah Palin, pentitevi voi che avete come icona Warhol e i Velvet U.!”. Purtroppo anche a L’Indiependente piace fare i giochi da archeologo che scava negli spunti nascosti delle notizie, perciò cercheremo la lettura alternativa a quella di Rocca.

Maureen Tucker era la batterista dei Velvet Underground, gruppo geniale che raccoglieva anzitutto il talento di un musicista europeo come John Cale, i testi visionari di Lou Reed, e la produzione di Andy Warhol (che è anche un mago dell’immagine). E poi c’era la parentesi Christa Paffgen, ovvero Nico, la femme fatale dalla voce ancora più fatale, una presenza ingombrante per qualsiasi donna, figuriamoci per la povera batterista dei Velvet praticamente priva di appeal, e chissà quante notti s’è sentita la malsana frustrazione alitare sul collo a confronto, e a ogni azione c’è una reazione, e per ogni progressista c’è sempre un reazionario che nasce.

Dopo uno degli album più belli della storia del rock, The Velvet Underground & Nico, e volata via la modella tedesca, anche Mau tenta di cantare in qualche pezzo degli album successivi dei Velvet – ovviamente il risultato è diverso: con Nico l’atmosfera era quella decadente della poesia francese, con Maureen era decadente e basta. I Velvet si sciolgono, Lou Reed continua la sua carriera, incide capolavori assoluti come Transformer e Berlin; John Cale rimane sempre una spanna sopra tutti; Nico non ha nemmeno bisogno dei Velvet per alimentare la sua leggenda, qualunque cosa faccia è significativa, la ragazza di Chelsea, Desertshore, un live al Bataclan coi vecchi amici, una liason con Morrison, persino una banale morte per emorragia cerebrale dopo un incidente in bicicletta a Ibiza diventa poetica.

Parallelamente a tutto ciò Maureen si ritira col marito e i 5 figli (cinque!) in Georgia, e lavora in un centro commerciale. La Georgia è lo stato americano del Sud dove si produce Coca Cola e si vive nel culto di Via col vento e Georgia on my mind, quando entri in Georgia con 5 figli a seguito hai già fatto l’estremo atto, ovvero l’outing del conservatore. Ho la mia famiglia, vivo in Georgia, e al diavolo la batteria e Nico!, non voterò per un negro socialista!

Il Tea Party è incazzato con Barack Obama, in genere fanno parte del movimento gruppuscoli di vecchi sudisti con cappello da cowboy che rimpiangono i texani al governo. Christa Paffgen li avrebbe disprezzati con stile. Maureen Tucker è in prima fila nella protesta contro Obama, è un socialista che vuole rendere pubblica la sanità (santiddio che disonore per l’America curare i malati che non se lo possono permettere!). Il Tea Party è un gruppo di reazionari frustrati da una vita malandata, un gruppo di esperienze di vita fallite, affrante, un gruppo di persone che difendono lo status quo anche se fa schifo.

Per nostra fortuna John Cale suona ancora, non sarebbe meglio che Christian Rocca si dedicasse ad ascoltare lui piuttosto che alle frustrazioni di una ex batterista?!

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