Album che non dovreste perdervi in questo violento gennaio

Qualcuno ha detto che senza Feist non ci sarebbe James Blake, e senza i Broken Social Scene non ci sarebbe Feist. È sicuramente ingrato, perché nell’album di Blake non c’è solo la bella reinterpretazione di “Limit to your love“, ma i suoni che rapiscono di “The Wilhelm Scream” e “I never learnt to share“. Per la BBC è questo il sound del 2011, per Pitchfork è lui il nuovo re dell’electro-indie. Se James Blake porta altrove, Native Speaker dei Braids vi ci fa restare, dalla title-track alla mistica di “Lammicken“, un ossessivo ripetersi di “I can’t stop this” che sul serio non si riesce a fermare.

Del tutto diversa la direzione del nuovo album degli Iron & Wine, Kiss each other clean riprende il discorso folk degli Iron ma raccoglie meno momenti di genio. E’ un salto all’indietro di decenni riaggiornati per il Ventunesimo, su tutte segnaliamo “Rabbit will run“. Più leggero Dye it blonde degli Smith Westerns, col manifesto che li accompagna “All die young“. Mentre qualcosa di più beach in questo inverno che viene la voglia di scacciare lo fanno i Tennis con “Cape Dory“.

Sul fronte italiano Cristina Donà che torna a casa a piedi perché crede nei Miracoli e perché la primavera arriverà domani sera insieme alla rivoluzione. Nell’attesa di sapere se è vero ci lasciamo con James Blake.

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