Enea Roversi è nato a Bologna, dove vive. Da molti anni si occupa di poesia e fa parte dello staff organizzativo del Festival Bologna in Lettere fin dalla prima edizione. È stato pubblicato su antologie, riviste e blog letterari e premiato in numerosi concorsi. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Incroci obbligati, Coleoptera, Incidenti di percorso. L’ultima raccolta pubblicata è sensibile alle minuscole (puntoacapo Editrice, 2024). Si occupa anche di arti figurative (collage e tecnica mista). Gestisce il sito www.enearoversi.it e il blog Tragico Alverman.
Il percorso poetico di Enea Roversi, iniziato ufficialmente nel 2011, con la pubblicazione delle sillogi Eclissi di luna e Asfissia, lo vede attivo su vari fronti legati alla diffusione della poesia come mezzo e insieme fine per una maggiore comprensione della realtà di cui opera una sorta di riscrittura che la rende praticabile per vie diverse da quelle del nostro comune viverla e pensarla. È vero, infatti, che come diceva Slovskij, critico letterario russo del secolo scorso, “la poesia è un particolare modo di pensare”. Un pensiero che si attua attraverso le immagini, ma fondamentale è, certamente, il modo in cui il poeta percepisce e descrive l’immagine. La scrittura poetica di Enea Roversi attinge dalla realtà che lo circonda e attrae l’attenzione del suo sguardo anche nei particolari che ai più sfuggono e a cui il poeta riesce a dare una valenza simbolica che “supera il pensiero”. Egli ricrea la realtà come fosse una superficie sulla quale il suo inconscio tratteggia gli elementi che ne emergono sparpagliandone il senso, eppure rendendocelo più nitido. Sembra quasi, infatti, che la poesia di Enea Roversi irretisca il lettore in una trama che non lo rende prigioniero del significato, ma lo circonda come un bozzolo da cui uscirà la farfalla libera dal fenomeno dell’automatizzazione. Libero, cioè, dal guardare le cose con lo sguardo dell’abitudine così il poeta si strania e ci strania dall’oggetto d’uso comune e anche dalle persone con cui quotidianamente ci relazioniamo e ce li presenta in modo del tutto diverso donando loro una visibilità più vera e profonda. Consapevole fin da subito di “come è difficile/prendere in mano/la poesia e stringerla” così si confessa nella poesia “Autunnale” del 1979, ma mai stanco scavare negli abissi della realtà e di sé stesso: “scava con le mani ora scava più forte/ per arrivare al centro della terra/al cuore dell’essenza al nucleo estremo” come scrive nella poesia “le mani” del suo ultimo bel libro sensibile alle minuscole.
a cura di Lucianna Argentino
crocevia
il venditore di rose incontra la dea dell’amore
rannuvola il cielo, forse domani pioverà
un nome sconosciuto chiama alla finestra
s’affaccia una figura altrettanto sconosciuta
al crocevia del mondo si azzuffano i felini
la polvere si accumula su tavolo e comò
freddo improvviso azzanna, la gola si fa secca
la macchia sull’asfalto è un petalo caduto
(da sensibile alle minuscole, puntoacapo Editrice, 2024)
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stilemi
alla larga dagli stilemi, sia ben chiaro
la musa prende fuoco ai lombi sacri
giambo jumbo ricusa la sortita
il cavalier cortese accusa il colpo
versi da quattro soldi trucchi malcelati
non troveranno certo via d’uscita
il gorgo della noia infine prevarrà
fumi dalla cucina e penetranti odori
note dissonanti e tonitruanti voci
parla a vuoto alla platea distratta
lo stanco cerimoniere senza idee
(da sensibile alle minuscole, puntoacapo Editrice, 2024)
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pioggia di rane
e della virtù poi che ne faremo
dei ricordi avvolti nel cellophane
di tutti i fulmini caduti dal
cielo durante i temporali estivi
che ne faremo della sabbia
nelle clessidre dell’intonaco
che cade a pezzi e dei chiodi
arrugginiti che rimangono su
attaccati a un’idea da nulla
che ne facciamo ora poi
di questa nostra insipienza
degli ululati notturni della neve
così poco rassicurante e del sole
nascosto che cosa ne possiamo fare
dei segnali di pericolo degli allarmi
delle dottrine rinnegate possiamo
attendere impassibili o sgomenti
la pioggia di rane o l’ultima eclissi
che verrà
(da Coleoptera, puntoacapo Editrice, 2020)
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coleotteri
forse la soluzione potrebbe stare nel
vivere come un coleottero qualunque
tra miliardi di simili incompresi e vacui
con la disinvoltura del saprofago
che sceglie con cura ogni sostanza
sorvolare inquietudini e tormenti
disegnando nell’aria la naturale
linea di voli radenti e ben calibrati
un organismo anonimo e ronzante
sbeffeggiatore di teste umane
inopportuno trasvolatore in cerca
di
(da Coleoptera, puntoacapo Editrice, 2020)
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VIII.
Momentaneo senso di smarrimento:
perdere del tutto l’orientamento.
Attendere che passi, guardare oltre.
Oltre lo steccato del proprio piccolo mondo.
E trovare un panorama mai visto finora:
strade allungate e poi curve e nuovi incroci
città piccole e grandi in successione
vertiginose discese che tolgono il fiato
mari di cartone che sembrano veri.
Oltre gli steccati la retta via non si ritrova.
Dalle rive si scorge un fumo denso:
navi barcollanti nell’oceano di silenzio fuso
mani che si agitano e nebbie che scendono.
Materiale a sufficienza per un poema epico:
ci sono il paesaggio e il pathos giusto.
Abbandonato lo smarrimento
e ritrovato poi l’orientamento
occorrerà pensare un titolo ad effetto.
Dilapidare sarebbe assai grave peccato.
(dalla raccolta inedita Linoleum)