Intervista a Luigi De Magistris

Foto: www.demagistris.it

Neanche il tempo di uscire indenni da pasquette&co. che maggio bussa alle porte e con lui le elezioni amministrative, importante banco di prova delle tendenze politiche locali. A Napoli tra ben 10 candidati a sindaco l’e-lettore rischia di sentirsi disorientato. L’Indiependente ha telefonato a Luigi De Magistris (che corre per una lista civica appoggiata da Idv) per chiarirsi le idee e provare a convincere o far desistere l’ipotetico elettore indeciso. Tra la voglia di rottura e qualche slogan dal sapore un po’ generalista (dopotutto siamo pur sempre in campagna elettorale) sentiamo cos’ha da dirci questo ex magistrato che non parlerà politichese, ma un po’ avvocatese forse…

1. La tua candidatura è stata abbastanza eretica, tant’è vero che piuttosto che candidarti nel Pd ed affrontare tutto l’excursus le primarie hai scelto di correre da solo in una lista civica. È stata una scelta di rottura col rinascimento napoletano in salsa Bassolino e tutto quel che ne consegue?

Il fatto che non ci sia uno schieramento del centrosinistra che mi sostiene è il segno di una rottura di quello che è un sistema che comprende i vari Bassolino, Lettieri, Cosentino, Morcone – non a caso parlo di “sindaco per Napoli”, che vuole governare per i cittadini napoletani. È importante per una rottura del sistema: Bassolino continua ad essere un protagonista della campagna elettorale, è il vero spin doctor di Morcone (ndr – spin doctor è il comunicatore che presenta le scelte politiche sotto una luce favorevole, nota inserita a grande richiesta).

2. Mentre Velardi, ex bassoliniano d’assalto, oggi è lo spin doctor di Lettieri.

Sì, e tra Lettieri e Morcone è una battaglia intersistemica, sono intercambiabili. Per questo la mia è una candidatura di rottura, bisogna rompere col sistema di gestione scellerata e illegale dei fondi pubblici, c’è una situazione di vero e proprio collasso.

3. Quello che colpisce della tua campagna elettorale è un certo decisionismo, se vogliamo anche una certa arroganza – sei un candidato che si fa sentire. In un’epoca in cui la sinistra punta su candidati di basso profilo, sai i grandi rassicuratori soporiferi, quanto questo può essere un rischio o un vantaggio?

Guarda, sull’arroganza non sono d’accordo… Però ecco il pensiero chiaro, nitido, senza politichese, cerca di affrontare i problemi nella loro concretezza, con decisionismo, per una città bloccata che deve ripartire da autorevolezza e credibilità. La storia personale di una persona è importante, quello che si è fatto, come si è schierato, da che parte era contro i sistemi forti… Poi cerco di ascoltare molto, la mia campagna tenta di trasformare la depressione sociale in riscatto.

4. Una delle scelte forti del tuo programma è quella di risolvere la situazione spazzatura che invade Napoli attraverso il porta a porta e senza inceneritori. Diciamo che il napoletano è abituato più alle promesse che ai fatti (sai a cosa ci riferiamo), dunque potresti spiegarci tecnicamente in che modo organizzeresti il porta a porta e dove finirebbero i rifiuti non riciclabili?

Ecco è vero, il napoletano è abituato alle promesse, perciò bisogna cambiare sindaco. La responsabilità dell’emergenza ambientale e sanitaria si divide tra Bassolino, che come commissario dell’emergenza ambientale ha gestito miliardi destinati allo smaltimento dei solidi urbani, di bonifiche, depuratori; e dall’altro lato da chi nel 2008 disse che Napoli sarebbe stata ripulita in pochi giorni (ndr – è lo stesso personaggio che disse che a Lampedusa si sarebbe risolto il problema immigrazione in 48 ore). Noi partiremo con un piano credibile che rompe col vecchio sistema. Ovvero una raccolta porta a porta come si fa a Torino per esempio, un piano di 6 mesi con il 70% di differenziata e la messa in funzione di impianti di compostaggio che sono cose ben diverse dagli inceneritori. Un trattamento dei rifiuti umido e secco ottenendo risorse europee. Sarà la prima delibera da fare, perché è importante per la ripresa di tutto, dall’economia all’ambiente, dalla cultura al turismo.

5. Se riuscissi in questa impresa di vincere, l’outsider che scavalca i nomi sistemici, cosa cambierebbe per la città praticamente? Considerando che oggi ci sono infiniti cantieri a cielo aperto, immobilismo, generazioni dal futuro incerto, senza dimenticare che poi questa terra è stanca e sfiancata da quel male endemico che è la camorra?

Abbiamo bisogno anzitutto di una scossa e di una rottura, una persona che sia un punto di riferimento per il cambiamento, che si metta a capo delle comunità locali e che porti avanti anche battaglie per i diritti civili, l’interesse pubblico, quello collettivo insomma. Nel momento in cui dovessi essere eletto vuol dire che la città risponde, rappresenterebbe una voglia di riscatto rispetto agli apparati partitocratici, muterebbero i rapporti complessivi del paese…

6. Si, ma secondo te a Napoli è possibile vincere senza il sostegno di partiti alle spalle, e l’ombra della camorra sui partiti? Anche se un sondaggio di questi giorni ti da di 10 punti sopra Morcone…

Ci lavoriamo, e sono convinto che il sindaco che è garante del cambiamento, della legalità e della trasparenza, chiama attorno a sé le forze migliori con un patto per Napoli: ci sono energie positive e si può vincere, gli intellettuali, gli imprenditori, gli operai, gli studenti, un patto per vincere e cambiare. Per quanto riguarda i sondaggi i miei sono sondaggi popolari, e vedo una certa voglia di mobilitazione e di cambiamento.

7. Ma è vero che hai proposto a Saviano di entrare in Giunta?

Era nell’ambito di un discorso articolato, mi hanno chiesto in questo programma radio un giudizio su Saviano e ne ho dato uno positivo, ho detto certo che per me sarebbe la persona ideale, anche perché la strada è quella di passare dalla puzza del compromesso morale al fresco profumo della libertà (ndr – questa ci puzza di slogan).

8. Anche solo concentrandosi sul piccolo si ha la sensazione che i lavori vengano fatti senza un reale interesse e controllo sul risultato – prendiamo l’esempio delle strade che vengono solo riasfaltate ogni tot mesi e continuano a cadersene con le piogge – è interesse anche del comune smettere di foraggiare aziende che lavorano male o dobbiamo rassegnarci a questo modo di fare?

È ovvio che dobbiamo cambiare perché c’è bisogno di evitare questa situazione di ristagno. Prendiamo ad esempio l’inchiesta sulla Global Service, la società che doveva occuparsi del manto stradale (ndr – per approfondimenti clicca qui). Napoli sembra una groviera.. Però bisogna ripartire dalle cose semplici perché sono rivoluzionarie, e allora andiamo nella direzione di valorizzare la qualità, puntando su meritocrazia e affidabilità, e quindi una piena responsabilità per il rilancio di tutta la città, dal piano regolatore al trasporto pubblico, i finanziamenti pubblici, il problema rifiuti, la trasparenza…

9. Una domanda su Vendola – il mancato appoggio di Sel per chi è un’occasione persa?

Poteva essere naturale l’appoggio di Vendola per tutto quello che abbiamo fatto a livello nazionale in questi mesi. A Napoli è prevalsa la continuità col bassolinismo, al suo interno c’è anche Sel, insomma è prevalsa una logica locale.. Occasione persa per lui.

10. Ma c’è l’intenzione di far nascere un movimento attorno alla tua candidatura politica?

No, nessun movimento, solo una squadra per rilanciare Napoli come terza città d’Italia.

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