Francesca Albanese è una giurista e accademica, nonché, dal 2022, Relatrice speciale ONU sulla situazione dei diritti umani nel territorio palestinese occupato. Il 29 gennaio 2024 inaugurava il suo profilo Instagram con queste parole:
Da allora il suo lavoro di denuncia e informazione anche sulle piattaforme social è costante, puntuale e costituisce un faro per orientarsi in questa contemporaneità violenta: in Palestina è un atto un genocidio e nel resto del mondo l’impotenza davanti alla disinformazione e al sopruso è dilagante e insopportabile. Albanese ha scritto per Rizzoli Quando il mondo dorme. Storie, parole e ferite della Palestina, un saggio che non ha bisogno di commenti: la sola presenza di questo volume nelle librerie italiane costituisce una fortuna e una salvezza dall’ignoranza. Scritto all’indomani del 7 ottobre 2023, Albanese costruisce un testo che guida, spiega ed esorta a risvegliarsi dal sonno ingiusto in cui l’intero Occidente giace. Un saggio documentato, ricco di fonti, ma soprattutto umano, perché nelle storie che racconta c’è Albanese relatrice, ma anche Francesca, la donna. Nove capitoli e nove storie distinte, ma con un unico tema a sorreggerle: è tempo di parlare contro il genocidio palestinese, è tempo di svegliarsi.
Innanzitutto una menzione speciale per la copertina, un dipinto struggente dell’artista palestinese Malak Mattar a cui Albanese dedica un capitolo, raccontando la sua storia e quella della sua famiglia. Attualmente residente a Londra per seguire un master in Belle arti alla St Martins School, Mattar sarà presto raggiunta dai genitori, da un fratello e una sorella dopo una lunga battaglia giudiziaria contro il governo britannico per il rilascio dei loro visti. La sua arte è una missione, l’obiettivo è dare voce a un popolo che non conosce tregua dai tempi dell’occupazione britannica.
Quello che si sta sviluppando non è un conflitto, una precisazione presente nelle prime righe dell’introduzione, per mettere in chiaro subito il tema del libro e denunciare come cambia il linguaggio quando si parla di Palestina e quanto sia fondamentale esserne consapevoli. Del resto Albanese ha vissuto in quelle terre, ha toccato con mano gli effetti dell’occupazione coloniale israeliana e usa la storia e il diritto per dimostrare ogni passo, ogni frase. Leggere “Quando il mondo dorme” è un viaggio di consapevolezza.

Le dieci storie rispondono anche a dieci differenti domande per capire come ha vissuto il popolo palestinese e come sopravvive adesso, quali sono le conseguenze dell’occupazione israeliana e fino a che punto la crudeltà può spingersi senza che la comunità internazionale intervenga.
“È tempo di schierarsi contro la devastazione di Gaza e ciò che resta della Palestina, e di lottare contro un sistema internazionale fondato sull’uso della forza in nome di una cosiddetta «pace», evocata sempre a vantaggio di pochi e sempre usando le parole per mistificare al realtà di ciò che viene commesso, […].”
E ancora:
“Ciò che si sta consumando a Gaza, e nelle altre aree della Palestina sottoposte al controllo illegale di Israele, incluse al Cisgiordania e Gerusalemme Est, è un colonialismo di insediamento attraverso un’opera di distruzione totale, metodica e pianificata.”
Nel saggio emerge chiaro il dolore dei bambini e cosa vuol dire crescere in un luogo in cui la violenza contro di loro è sistemica; il loro è un trauma interiorizzato che ereditano anche dalle famiglie, aggravato da un’infanzia costellata di detenzioni sommarie, processi, abusi di potere e adesso anche bombardamenti. Ma allo stesso tempo “Quando il mondo dorme” affronta momenti storici cruciali e li circostanzia, analizzando gli eventi passati e quelli ancora in svolgimento e fra le voci che mette in campo c’è Alon Confino, uno storico e professore universitario italo-israeliano, Direttore dell’Institute for Holocaust, Genocide and Memory Studies negli Stati Uniti, scomparso purtroppo nel 2024. Il capitolo che lo riguarda ha come sottotitolo “Come si fa a riconoscere una persona antisemita?”, e ciò che emerge è una figura che brilla ancora oggi per equilibrio, lucidità e onestà intellettuale.
Sono tempi difficili e oscuri su molti fronti, è importante capire, leggere, informarsi e, come augura lo splendido capitolo conclusivo di questo saggio, una carezza finale per chi è capace di coglierla, non perdere mai «il vizio della speranza».