La storia di Cat Power è quella di una donna che ha sempre affrontato la vita a cuore scoperto, incapace di silenziare le proprie emozioni davanti a se stessa e agli altri. Il pubblico che la segue da tempo lo sa e ha imparato ad apprezzare il suo mondo anche per le contraddizioni che lo caratterizzano. Scelte illogiche e reazioni non sempre lineari la accompagnano spesso sul palco rappresentando da una parte un fardello pesante da portare, ma dall’altra anche un punto di forza.
Fin dai primi anni di vita, Chan Marshall ha vagabondato alla ricerca di un posto felice, di un luogo caldo e accogliente che potesse diventare un rifugio dall’ambiente esterno e allo stesso tempo un porto da cui salpare facilmente verso nuove destinazioni. Dalla metà degli anni Novanta a oggi la sua musica ha consolato anime fragili e dato speranza a chiunque avesse bisogno di trovare un’ancora a cui aggrapparsi. Più di una generazione deve qualcosa alla cantautrice di Atlanta che, soprattutto grazie alla sua capacità empatica, ha elargito agli ascoltatori una bellezza fatta di amore e spine.
A sei anni di distanza da Sun, dopo aver cambiato etichetta discografica ed essere passata dalla Matador a Domino, Cat Power è finalmente tornata il 5 ottobre scorso con Wanderer, il decimo album in studio della sua carriera artistica. Passata a salutarci ai primi di giugno in una notte di pioggia all’Hiroshima Mon Amour di Torino, sarà nuovamente in Italia per due date all’Estragon di Bologna il 5 novembre e a Milano il giorno successivo all’Alcatraz. Questa volta chi avrà il piacere di ascoltarla dal vivo capirà subito quanto sia stato difficile e insieme liberatorio per lei tornare sulle scene e raccontare la sua vera storia senza ricevere porte in faccia.
Scritto tra Miami e Los Angeles, Wanderer è un album che colpisce per il coraggio e la spontaneità di mettersi a nudo. Con l’esperienza maturata nei suoi lavori precedenti, ma soprattutto in Moon Pix, You Are Free e The Greatest, Cat Power torna infatti armata dell’essenziale: una chitarra, un piano, ma soprattutto della sua inconfondibile voce. Messi da parte i synth e i suoni elettronici di Sun, le undici tracce di Wanderer rappresentano le tappe metaforiche di un viaggio che è un percorso a ritroso fatto di sottrazioni più che di addizioni.
Il manifesto di questo disco è Woman, il brano che Chan Marshall interpreta insieme a Lana Del Rey. Non si tratta di una collaborazione come tante nel firmamento della musica americana: quindici anni di differenza, bagagli culturali e influenze diverse, ma quello che stupisce è la capacità che entrambe hanno di trovare il proprio spazio senza pestarsi i piedi. Voci che prima si sfiorano e che poi diventano un unico suono, voci che raccontano donne forti, fragili, disperate, serene, infantili, adulte, voci che rifiutano le etichette, voci che sono semplicemente voci.
La cover di Rihanna, Stay e Nothing Really Matters sono, invece, perfette per farsi avvolgere dalla malinconia che accompagna certe sere di pioggia grazie al suono di un piano antico che entra lentamente nelle viscere fino a squarciare il petto. Armatevi di cuffie e correte ascoltando In Your Face e You Get quando le luci del giorno iniziano a spegnersi e fatevi incantare dall’affascinante Me Voy, una ballata dalle tinte fosche e gitane che si arrotola su se stessa verso i titoli di coda. Wanderer è l’album delle decisioni sbagliate, dei sentimenti che abbattono il muro della razionalità e della nostalgia che risiede nei frammenti di ricordi e nei piccoli gesti di tutti i giorni. Ogni nota e ogni parola di questo disco sono pezzi di cuore, gli stessi di quel Metal Heart che Cat Power cantava in Moon Pix e che non smetterà mai di accompagnarci nel nostro lungo, tortuoso, ma bellissimo cammino.