Non è facile scrivere di Kafka, c’è il rischio che il lettore evada e scappi a leggere Kafka. Nel suo libro pubblicato da Sellerio, Giorgio Fontana si approccia a Franz Kafka da scrittore e riesce nell’impresa di mantenere il lettore sulle sue parole. Leggendo Kafka. Un mondo di verità viene voglia di concedersi pause, staccarsi un secondo dalla pagina per respirare meglio le parole, far decantare i paragrafi, fissarli al muro come una nevrosi, abbandonarsi a pensieri traversi: dopodiché si torna a leggere.
Franz Kafka è uno scrittore commovente, capace di squarciare la realtà con prodigiosa fantasia: Fontana racconta il suo mondo e la sua opera con lo sguardo del lettore-scrittore, da appassionato dei suoi racconti, romanzi, frammenti, da ricercatore di lingua e indagatore di una scrittura radicale che ha aperto nuove strade alla letteratura. La scrittura per Kafka è una battaglia spirituale e fisica per l’esistenza, una impossibilità di smettere di scrivere; la vita è l’atto stesso di scrivere, a costo del resto. Una cantina, una scrivania, una lampada: pochi elementi servono a fare un regno.
Fontana si muove verso Kafka per cogliere una radicalità che nemmeno in Flaubert era arrivata a quel limite. Se lo scrittore francese è l’ossessivo intagliatore di frasi, il ceco si confida alla notte e le asseconda fantasticherie e sussurri: da Flaubert Kafka prende in dono la precisione, ma al racconto naturalista aggiunge uno strato di allucinazione. Fontana si insinua in questo punto di rifrazione del mondo nuovo aperto da Frank Kafka: il naturalismo fantastico.
“Siamo equipaggiati per affrontare la narrativa canonica, ma ora precipitiamo in un mondo nuovo: ancora oggi leggendo Kafka percepiamo distintamente l’onda d’urto del terremoto che ha provocato nella letteratura.”
Nel mondo nuovo è l’evento incomprensibile a fondere realismo e fantasia. Il lettore deve credere. Persuaso all’atto magico del racconto, deve credere che sia possibile svegliarsi nel corpo di un insetto. Che gli animali siano capaci di parlare. Che si possa essere arrestati senza ragione, o condannati a morte dal proprio padre.
Fontana riflette sulla letteratura come forma di preghiera: l’assalto al limite della scrittura di Franz Kafka avvicina la sua prosa ai testi sacri e mitici carichi di simboli e immagini. Visioni riemerse da incerte connessioni spirituali con folletti oscuri e abitanti della notte, lotte contro demoni e parenti, paure ancestrali. Ma lo scrittore ceco non è un profeta: per entrare nel suo mondo bisogna chiudere gli occhi e leggere.
Leggere Kafka senza mistificazioni è l’invito di Kafka. Un mondo di verità. Con una tecnica di racconto non cronologica, Giorgio Fontana scrive un potente e stratificato ritratto di Kafka. Brevi scatti di vita si alternano a frammenti di lettere, romanzi, diari; incontriamo citazioni estreme con intere sessioni di punti e virgola; divagazioni sul travisamento e la perdita di senso della parola kafkiano; analisi della Metamorfosi, estrapolazioni di periodi, notazioni su una visione anticipatrice dell’arte espressionista, riflessioni sui romanzi incompiuti. Camminiamo per Praga, su un ponte incrociamo il Kafka notturno, l’abitante sotterraneo, il Kafka delle lettere d’amore, il Kafka che ride e scherza con Max Brod, e quello che si destina alla condanna.
Frank Kafka scompariva cento anni fa. Ancora oggi possiamo trovare le tracce e le interferenze di Kafka nella fantasticazione di una scrittura, nello squarcio alare di una storia, nell’enorme castello dove una frase ripetuta in un labirinto può farsi eco in un altro labirinto, ed è possibile comunicare tra epoche distanti. Borges scriveva che i successori di Kafka sono pure i suoi precursori. Forse scherza, ma nel mondo del racconto tutto è possibile: la realtà si dilata con effetti stupefacenti.
Kafka stesso riesce a oltrepassare la realtà smisuratamente. Nel tramandarci storie sulla sua vita, conflitti, patemi, eclissi, non possiamo dimenticare la sua profonda devozione alla letteratura. Kafka. Un mondo di verità tocca tutto con grazia: dentro si trovano l’uomo, lo scrittore, e il cuore di un messaggio che va tenuto con cura.