Piccola guida di sopravvivenza ai music festival inglesi
Edizione speciale! Bristol Sound a questo giro si allarga all’intera isola e straborda dalla piccola, ordinaria rubrichetta a questo spazio inconsueto, per raccontarvi un po’ i festival inglesi e sfatare lo stereotipo principale: Glastonbury.
Sì, il festival che mette a ferro e fuoco il Somerset per quattro giorni resta il più colossale, incontenibile, mostruoso raduno di gente e bands probabilmente d’Europa, ma in realtà è solo il primo di una fitta serie di appuntamenti che toccano più o meno tutte le regioni dell’isola britannica, dalla capitale alle aree più remote, e che sono anche molto più godibili.
L’idea di questo pezzo mi è venuta qualche giorno fa, chiacchierando con Maddie, la clerk con le Clerks del Rise di Queens Road, il negozio di dischi/caffetteria/live club dove passo buona parte delle mie giornate qui a Bristol, la quale mi diceva che era eccitatissima perché in procinto di partire per il LATITUDE FESTIVAL, nel Suffolk, che si è tenuto lo scorso fine settimana. Subito la mia mente ha visualizzato Damon Albarn, Black Keys, Tame Impala, Bombay Bicycle Club, Editors, Haim, Future Island, Mogwai, Slowdive, i primi che mi sono venuti in mente, tutti insieme, con gente che corre da un palco all’altro con la scaletta in mano. Chiacchierando con la roscia mentre sistemava i nuovi arrivi negli scaffali, illustrandomi quelli che avrebbe suonato dalla sua postazione nel pomeriggio (lasciatevi consigliare almeno il nuovo dei Gulp, Season Sun), ho scoperto invece che quella dei festival è un’altra delle belle storie bristolesi.
Luglio e agosto, l’arrivo della bella stagione – quest’anno davvero splendida e caldissima – la città che si svuota e i grandi concerti che si spostano intorno all’isola, in una massiccissima serie di festival che a Glastonbury hanno da invidiare solo il nome, e una massiccia porzione di gente che si immerge nelle location più remote per fuggire alla routine urbana, ci sta tutto. Ma l’inglese medio cerca la wilderness, la natura, l’esodo, come noi in estate bramiamo la spiaggia: tuffarsi in questi week-end di camping, sfidando la pioggia e le intemperie, sguazzando nel fango, per poi tornare al lavoro il lunedì mattina ammaccati e coi postumi di tre giorni di sbronza (sonora!) è la più felice idea di vacanza, e la musica non è necessariamente l’ingrediente principale: che si tratti di letteratura, di teatro, di cinema, cibo, arti, giocoleria, l’Inghilterra è terra di festival, al di là della musica. Si va ai festival per immergersi nel festival e nella sua atmosfera unica, per l’esperienza del festival in sé. E si va ai festival anche con tutta la famiglia: l’utenza è composta da gente di tutte le età, incluse torme di ragazzini per cui sono progettate apposite aree di contenimento, in modo da contenere i danni agli altri avventori.
Una piccola guida per i mesi di agosto e settembre prossimi a disposizione di chi ancora non ha individuato una meta per le vacanze, certo, sarebbe una buona cosa, mi sono detto, e così eccoci qua. Non ho usato l’espressione “fitta serie” per esagerare: a parte l’incredibile concentrazione dell’ultimo fine settimana – oltre al Latitude ci sono anche il SOMERSAULT in North Devon, il TRUCK a Oxford, il FARR in una foresta sperduta nell’Hertfordshire, poco fuori Londra, nonché il LOVEBOX proprio a Londra, a Victoria Park – nelle prossime settimane ho contato almeno una trentina di altri festival, di cui buoni quindici nel solo mese di agosto, limitando la ricerca a quelli a contenuto musicale, perché altrimenti il numero sarebbe almeno raddoppiato… E allora, vi siete persi anche quest’anno il Primavera, perché arriva sempre troppo presto, e non siete riusciti ad andare a Glastonbury perché non avete comprato i biglietti con otto mesi di anticipo? Eccovi un po’ di opzioni disponibili: scegliete un periodo e una regione, e brace yourself… che si parte!
BEACONS (Skipton, North Yorkshire, 7-10 agosto)
Primo in ordine di cronologia, il Beacons Festival ci porta a nord dell’isola, nello Yorkshire, terra di salsicce e di meravigliosi panorami. E’ un festival piuttosto recente e si tiene a Skipton, nella Heslaker Farm, una fattoria immersa nel verde in un enorme parco che si estende poco più sopra di Leeds e York. Il Beacons ha conservato una nomea di festival locale e non ha i numeri del Latitude, né certamente quelli di Glastonbury, e ciò implica un biglietto dal prezzo abbastanza ridotto rispetto agli altri più celebri: quattro giorni di concerti, camping, e attività varie immersi nella natura per poco più di 100 pound. L’hype del Beacons cresce di anno in anno, e i nomi coinvolti sono di tutto rispetto: Darkside, Daughter, Jon Hopkins, The Fall, Neneh Cherry (with RocketNumberNine), The Pains of Being Pure at Heart, Metz, Joan As a Police Woman, 65 Days of Static, Toy, Eagulls in una lista di oltre 100 bands annunciate.
WILDERNESS FESTIVAL (Charlbury, Oxfordshire, 7-10 agosto)
Già dal nome, il Wilderness si annuncia come un festival dove la musica non è la sola protagonista: immerso dei 5000 acri della rustica location di Cornbury Park, a pochi km da Oxford, è infatti noto per la combinazione di wildlife e performance, con pesca, bagni sul lago, e attività varie incluse nel biglietto insieme a reading, talks di scrittori del calibro di Irvine Welsh, teatro, performance, e possibilità di essere coinvolti in attività artistiche di diverso tipo. Non che la line-up sia, per questo, di secondo piano: Metronomy, London Grammar, Burt Bacharach, Jessie Ware, Sam Smith, Mount Kimbie, Chet Faker, Joan as Police Woman, Connan Mockasin, Flyte, Gregory Porter, Hozier, Slow Club in una selezione di una cinquantina di performance musicali.
GREEN MAN FESTIVAL (Glanusk, Wales, 14-17 agosto)
Anche la terza opzione della lista combina natura, musica, e attività di diverso tipo. Il piccolo grande Green Man ci porta in Galles, non troppo lontano da Cardiff, ed è piuttosto rappresentativo del carattere di questa regione orgogliosa e indipendente e dei suoi vivacissimi locals, così diversi per temperamento dai vicini inglesi. Nato nel 2003 di fronte a un piccolo gruppo di 300 persone, oggi il Green Man ne aspetta non meno di 15.000, e si distingue come festival minore, intimo, celato tra le Black Mountains, nei Brecon Beacons, ma di grande qualità. Come suggerisce il nome, abbina ambientalismo e culture alternative ad una line-up da festival maggiore: Beirut, Neutral Milk Hotel, Daughter, Mercury Rev, Slint, Panda Bear, Augustines, Anna Calvi, Caribou, First Aid Kit, Bill Callahan, Angel Olsen, Polica, Toy, The Waterboys tra i 400 acts di musica, danza e performances distribuiti su 10 diverse aree.
JABBERWOCKY (London, 15-16 agosto)
Un bel programma per un ferragosto da Londoners: Jabberwocky è una manifestazione abbastanza recente, una due giorni – come la maggior parte dei festival londinesi – organizzata in collaborazione con All Tomorrow’s Parties, Pitchfork, e Primavera Sound, che si tiene nell’ExCel Centre. Ottima line-up, con alcuni nomi in comune al Green Man, per chi ha voglia di godersi buona musica ma preferisce la connotazione del festival urbano, senza la natura intorno né perdersi per località remote, o per chi ha pensato di fare un giro nella capitale britannica nel periodo centrale del mese e si trova già lì in quel periodo. La line-up prevede Neutral Milk Hotel, James Blake, Darkside, Caribou, Panda Bear, Metz, Kurt Vile and The Violators, Cloud Nothings, Perfect Pussy, Liars, Ben Frost, Untold, Darkside, Forest Swords, Sun Kil Moon, Deafheaven, Vatican Shadow, Mutual Benefit e numerosi altri. Il benefit è che il costo del festival è davvero cheap – 80 sterline per due giorni – ma ovviamente, non ci sono tutte le attività collaterali dei festival, seppure al contrario ci siano le attrattive londinesi a portata di mano. Inoltre, niente camping in città, quindi in bocca al lupo con la ricerca di una accomodation.
LEEDS / READING FESTIVAL (Richfield Avenue, Reading/ Bramham Park, Leeds, 22-24 agosto)
Oltre che il più popolare della lista, il Reading-slash-Leeds Festival è anche il più particolare per la sua natura gemella: infatti, non è un festival in due puntate separate da centinaia di km di distanza, bensì due festival distinti che si tengono contemporaneamente a Reading e Leeds con lo stesso programma, ma in giorni diversi. La line-up del venerdì a Reading sarà quella di sabato a Leeds, insomma, e viceversa, lasciandovi la certezza di non perdervi niente, qualche che sia la location che avete scelto: il Richfield Avenue a Reading, o il Bramham Park a Leeds. Anche il website è speculare, con la stessa grafica ma i colori diversi, cosa che non può riservare una certa perplessità a chi ci si imbatta per la prima volta: rosso su giallo Leeds, giallo su rosso Reading. L’altra notevole particolarità del festival è la sua natura anfibia: pur offrendo spazi per il camping, è sostanzialmente un festival cittadino, con tutti i vantaggi che questo comporta: se non volete passare tutto il giorno al festival potete fare un giro in città, e se non volete bivaccare, potete andarvene a dormire in un B&B o un ostello e poi tornare, posto che ciò aggiunge costi ulteriori ad un biglietto che già di suo è piuttosto costoso. Line-up di primissimo piano, compresi nomi abbastanza mainstream: Vampire Weekend, Queens of the Stone Age, Blink 182, Arctic Monkeys, Warpaint, Disclosure, Metronomy, The Horrors, Klaxons, The 1975, The Hives, GoGol Bordello, Pulled Apart by Horses, Bombay Bicycle Club, Temples, the Kooks, SBTRKT, Eagulls, e questo è solo l’inizio della lista.
END OF THE ROAD (North Dorset, 28-31 agosto)
L’End of the Road è sicuramente il festival degli outsider: si tiene nel Larmer Tree Gardens, nel nord del Dorset, anche in questo caso location splendida immersa nel verde, e rispetto agli festival nominati in precedenza, a parità di attività silvane, ha la particolarità di includere come headliner due straordinari gruppi nella loro unica apparizione europea dell’estate: The Flaming Lips e Yo La Tengo infatti non suoneranno – nè hanno suonato – in nessun altro posto in tutto il vecchio continente, che qui. Oltre a loro, una sfilza interminabile di bei nomi, tra cui spiccano Wild Beasts, The Horrors, St. Vincent, tUnE-yArDs, White Denim, Temples, Deer Tick, Sun Kil Moon, Alexis Taylor.
FESTIVAL No. 6 (Pormeirion, Wales, 5-7 settembre)
La terza edizione del Festival No.6 ci riporta in Galles, ma stavolta nella parte nord, che affianca le West Midlands, a Pormeirion, cittadina vagamente posh che affaccia sullo splendido estuario del Dwyryd – e se sapete come pronunciare la lingua gallese, buon per voi che potete leggerlo. Il festival prende il nome da un personaggio di un film ambientato qui, The Prisoner, ed è noto perché abbina musica a cabaret, performance, film in un unico environment culturale integrato. Headliners pesanti – Beck, Pet Shop Boys – ma anche London Grammar, tUnE-yArDs, the Undertones, Neneh Cherry (con RocketNumberNine), Temples, Julio Bashmore, Andrew Weatherall, Alexis Taylor.
ON BLACKHEATH (Blackheath, London, 13-14 settembre)
A chiusura, On Blackheath, l’ultimo festival della stagione britannica, che trovo interessante per due motivi. Il primo è la continuità con la nostra rubrica Bristol Sound: ha per headliner i Massive Attack. Si tratta dell’unica data che il gruppo che ha creato l’etichetta di Bristol Sound ha concesso ai festival inglesi oltre a Glastonbury, da dove pure mancavano da tanto tempo. Robert del Naja e Daddy G si trovano quindi ad aver aperto e chiuso questa stagione. Il secondo motivo invece è la sua collocazione londinese, che tanto si sa, per gli italiani, hai voglia dirgli che l’Inghilterra è un’intera nazione e che ci sono tanti posti belli e fighi, tanto vogliono venire tutti a Londra: mi sembra un’ottima last chance prima del ritorno alla routine, al lavoro, alle università, all’autunno che incombe. Come gli altri festival londinesi, si svolge in due giornate ed ha un prezzo molto contenuto – sotto gli 80 tutti e due i giorni – ma ciò implica che anche una line-up forse troppo molto ristretta, seppure riservata a nomi di grande rilievo: oltre ai Massive Attack, Frank Turner, Imelda May, Grace Jones, Aloe Blacc, Levellers, Young Fathers, SlowClub. A differenza degli altri festival londinesi, invece, questo non ha una connotazione urbana, e anzi nasce nello spirito di cui sopra, come fuga dalla città – “escape from the bustle of the city” – nell’area verde più grande della capitale, a sud est, zona di farms, gli equivalenti dei nostri agriturismo. Per questo motivo, un’abbondante sezione del festival è dedicata al Farmer Market – il mercato dei fattori – e al cibo, coinvolgendo un numero di popolari chef col loro catering pari, se non superiore, a quello delle bands.