Sufjan Stevens col nuovo album The Age of Adz ci regala un folk che si sperimenta, un album che è anche un tributo a Royal Robertson, artista americano da riscoprire. Vesuvius sembra quasi un monologo interiore che Sufjan rivolge a se stesso, ”Sufjan, follow the path / follow your heart”, ma è forse in I walked che si percepisce l’anima del disco, che il folk si unisce all’elettronica. Vale la pena ascoltarlo.
Un album da intenditori di genere è Matador at 21: la Matador records per festeggiare i suoi 21 anni pubblica un cofanetto di 6 dischi che sono la storia dell’etichetta dall’89 ad oggi. Dai Pavement ai Sonic Youth, dai The Jon Spencer Blues Explosion a Cat Power, e poi ancora Yo la Tengo, Shearwater, Interpol e un prezioso live dei Mogwai. Un lungo percorso che è un tributo all’indie-pendenza.
Con Antony and the Johnsons si va sul sicuro, il nuovo Swanlights non regala troppe sorprese, forse una dose eccessiva di grazie in “Thank you for your love“, ma vale la pena non perdersi la title-track, Swanlights.
Un album che va ascoltato è Forget dei Twin Shadow, un sound che piace, attira, che richiama anche a qualcosa di vecchio ma lo riformula per la modernità. E per rivivere un’atmosfera più estiva in giorni piovosi va bene anche The Last Day of Summer dei White Denim.
Una canzone? Proponiamo sotto un pezzo di Zola Jesus.