I-Music

Cosa resta della musica

Comments (3)
  1. mozart ha detto:

    l’autore potrebbe cortesemente riassumere in due righe la tesi di questo pezzo? io sinceramente non l’ho capita.

    a seguire segnalo le assurdità.

    1) “Si può dire che da un mondo dominato da una dinamica verticale dei grandi mass media (tv, radio e giornali) si è passati progressivamente ad una dinamica orizzontale che ha trasportato al mondo 2.0 il fenomeno del passaparola.”

    ma de che? quelli che usano il 2.0 per procacciarsi novità musicali e info sulle novità musicali sono gli stessi che nel mondo precedente leggevano riviste musicali. sempre della stessa gente si tratta, nicchia prima e nicchia oggi. il vostro amico delle superiori che ascoltava mauro picotto e gabry ponte state certi che ascolta ancora picotto e gabry ponte e non ha scoperto julia holter dalla mattina alla sera per merito del 2.0

    2) “piccoli culti, riti di nicchia, ossessioni personali” sono sempre esistiti solo che prima erano locali e oggi sono globali. ma sempre all’interno della stessa nicchia. tradotto: un italiano non conosceva gli smegma e un americano ignorava, con tutta probabilità, l’esistenza dei cccp. ora possono scambiarsi le figurine.

    3) il discorso sul post “kid a” fatico a commentarlo.

    4) “Nell’ipertrofico panorama della musica indie è possibile separare una corrente più o meno strettamente cantautorale da quella invece più propriamente rock (discorso leggermente più complesso andrebbe fatto per l’elettronica). Se nel primo caso è possibile trovare, seppur declinati in modi e forme tipiche dell’attitudine indie, gli stessi stilemi della grande tradizione americana (e talvolta della chanson francese) che possono ancora funzionare da “classico” è nel secondo che sono maggiormente evidenti alcune delle ragioni della crisi”

    questo pensiero mi è a dir poco OSCURO.

    5) “Infatti, se è vero che da anni ci si è rassegnati alla mancanza di ORIGINALITA’ e si è dato onore alla capacità di rielaborare forme e materiali del passato in una nuova veste è ormai evidente come c e r t a m u s i c a a b b i a ce d u t o a l l e D E R I V E p i ù p o p di certo postmodernismo lì dove la DERIVA si configura come sterile ripetizione di certi modelli in una totale assenza di ORIGINALITA’ e personalità (va da sé che l’ORIGINALITA’ è intesa non nel senso di materiale NUOVO ma di sua NUOVA collocazione).”

    questa frase è una presa per il culo? ditemi di sì. l’avete riletta almeno mezza volta prima di dire “ok, ha proprio un gran senso”? sembra la supercazzola.

    6) da “infatti” a “creativo” qualche esempio concreto avrebbe fatto comodo. così non si capisce nulla.

    7) “È come se oggi fossimo invasi da Self Portrait aggiornati.Dischi che sono di passaggio ma non lasciano il segno, incapaci di tracciare un passo importante in un percorso più ampio, di essere momento di cambiamento e riflessione.”

    indiscutibile la quantità IMMANE di uscite superflue ma… se fossimo noi ad ascoltare troppe cose troppo in fretta? e a condividere troppo e troppo in fretta? ho letto un noto giornalista musicale italiano affermare di aver ascoltato 500 dischi del 2013 da gennaio a settembre e di non ricordarsi niente. beh, si stupisce?

    8) da “è chiaro” a “linguaggio” la frase ha gravi problemi di tenuta logica.

    9) un pizzico di bauman per non farsi mancare niente.

    10) “Se la musica colta con la sua complessità ha impiegato circa quattro secoli per vedere esaurirsi le sue capacità espressive è possibile che la musica leggera lo abbia fatto in poco più di 50 anni?”

    perché 4 secoli per la morte della musica colta (come scrivete voi)? direi almeno 9-10. per la leggera io partirei almeno dagli anni ’10 e ’20 e da new orleans. sono un centinaio di anni. la risposta alla vostra domanda è: un po’ di stanchezza è il minimo, no?

  2. mozart ha detto:

    sono un cagacazzo, aspetto una risposta.

  3. mozart ha detto:

    ok, prenderò il vostro silenzio come un’ammissione di colpevolezza.

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